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    «Vita distrutta per un platano: adesso la Regione deve pagare»

    CERVIGNANO. Una ragazza nel fiore degli anni la cui vita è stata brutalmente stravolta da un incidente stradale. E una famiglia – che da cinque anni si sta occupando di lei assistendola in casa giorno e notte – che ha deciso di chiedere un maxi risarcimento di 11 milioni di euro a Regione e Fvg Strade spa. Perchè Alessandra Clama, trentunenne residente a Cervignano, si trova in stato vegetativo con minima coscienza «a causa dell’impatto con un platano privo di protezioni lungo la regionale 352».

    Questa, infatti, la tesi alla base della richiesta, notificata nei giorni scorsi alle parti interessate. Si tratta della prima causa del genere in regione, se non addirittura a livello nazionale.

    Incidente sulla Aquileia-Grado

    Erano circa le 6 del mattino del 20 aprile 2010. Alessandra, che all’epoca risiedeva a Grado, si stava recando al lavoro al panificio Bagolin di Terzo d’Aquileia, dove lavorava anche la mamma e un fratello.

    Mentre stava percorrendo la regionale 352, alla guida della sua Fiat Punto, aveva improvvisamente perso il controllo dell’auto, forse nel tentativo di evitare un ostacolo, finendo contro un platano, vicino ai bordi della carreggiata. Immediato l’intervento dei sanitari del 118, giunti sul posto con l’elisoccorso.

    La giovane subì lesioni gravissime, al punto da ridurla in uno stato paravegetativo.

    Vite stravolte

    «Alessandra è seguita in maniera privata – racconta la madre, Donatella De Bernardi –, ho preferito non lasciarla in ospedale e ho smesso di lavorare per seguirla. Dopo sei mesi, era già a casa con me, con un progetto individuale di rientro anticipato fatto dall centro di riabilitazione Gervasutta».

    Una decisione che, quotidianamente, si scontra con la difficoltà a reperire mezzi e strumenti utili ad aiutare la figlia. «Ho chiesto al distretto sanitario una vasca per lavarla, una poltrona, un cuscino antidecubito e altre cose ancora, ma alla fine ho dovuto comprare tutto. I tempi per ricevere il materiale sono biblici e alla fine ci si deve arrangiare.

    Persino la riabilitazione le era stata assegnata soltanto per un’ora a settimana, così ho dovuto ricorrere a un privato e ora la fa ogni giorno. Ci si sente soli – conclude – anche perchè manca l’informazione».

    Causa per i platani pericolosi

    Assistiti dai legali Andrea Piccoli e Alessandro Menin del foro di Venezia, la mamma e i due fratelli della sfortunata ragazza (che sono assistiti dallo Studio 3A , società specializzata nel risarcimento danni diretta da Andrea Milanesi) hanno chiesto 11 milioni di euro a Regione e Fvg Strade.

    «Un risarcimento che tiene conto dei danni biologico, esistenziale, patrimoniale, morale di Alessandra e dei familiari. Riteniamo – sottolineano gli avvocati – che vi sia la responsabilità della Regione, proprietaria della strada 352, e della Fvg strade spa, che si occupava della sua manutenzione.

    La nostra tesi è che non ci fossero gli idonei presidi per scongiurare i pericoli in una strada dove si erano già verificati incidenti con esiti mortali». In particolare, il platano posto ai lati della carreggiata rappresentava un ostacolo fisso che, «se protetto da un apposito guardrail avrebbe potuto limitare i danni subiti dalla giovane Alessandra.

    L’impatto sarebbe stato completamente diverso e le conseguenze meno devastanti». Ciò in base a quanto previsto

    dal decreto ministeriale del 18 febbraio ’92 numero 223 e successivo 21 giugno 2004 «che danno indicazioni necessarie per porre in sicurezza le strade e rimuovere gli ostacoli fissi». La prima udienza, in tribunale a Udine, è fissata per il 26 novembre.

     

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    27 giugno 2015

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine