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Un campo scuola che sperimenta nuove tecnologie

Università di Udine, Fondazione e Soprintendenza al lavoro su 25 mila metri quadrati

AQUILEIA. Le Grandi Terme di Aquileia, costruite nella prima metà del IV secolo dopo Cristo, all’epoca dell’imperatore Costantino, sono, con i loro 25 mila metri quadri di estensione, uno dei più grandi impianti termali pubblici dell’Italia settentrionale romana.

Sorgevano nella zona sud-occidentale della città, tra l’anfiteatro e il teatro, in una località detta Braida Murada adiacente a via 24 maggio. Grandi Terme e Università di Udine costituiscono un binomio ormai storico, nato nel 2002, quando fu stipulato un accordo scientifico congiunto con la Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia, con un ampio comitato promotore cui partecipavano anche il Comune di Aquileia e, come finanziatori, alcuni dei più importanti enti pubblici e privati del territorio. Il lavoro in convenzione è durato fino al 2014, con un’appendice nel 2015, e ha trasformato l’area, per due mesi l’anno, in un grande campo-scuola in cui gli studenti, i dottorandi e gli specializzandi in archeologia hanno appreso tutte le metodologie necessarie per la loro formazione.

Nel 2016 è stata richiesta ed è stata ottenuta la concessione di scavo dalla Direzione generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Mibact (già rinnovata per il 2017), l’atto formale che consente all’Università di condurre indagini archeologiche.

È stata elaborata una bozza di progetto per la conoscenza e la valorizzazione dell’edificio pubblico antico, bozza che è stata la base di una prima convenzione con la Fondazione Aquileia.

Da pochi mesi la Fondazione ha acquisito in gestione anche l’area delle Grandi Terme e quindi la bozza di progetto confluirà in un progetto più ampio, condiviso fra Università di Udine, Fondazione Aquileia e Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio del Mibact. Le Grandi Terme erano un edificio grandioso, ma sono un edificio difficile. Difficile da scavare e difficile da valorizzare.

«Lo scavo, unico metodo di intervento possibile per leggere perfettamente tutte le fasi

 dell’edificio e delle fasi successive – spiega la direttrice Marina Rubinich -, ne restituisce genericamente la forma e le caratteristiche costruttive, ma soltanto dopo un lungo studio a cercare confronti con altri edifici più o meno simili». (eli.miche.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

29 agosto 2017
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