Terzo, capofila del progetto, chiede le quote che aveva già anticipato per tutti. In ballo ci sono 160 mila euro, alcuni hanno però già versato quanto dovuto
di Elisa Michellut
TERZO. “Terre di Aquileia”, progetto costato un milione 200 mila euro (fondi europei, contributi regionali e contributi di sedici amministrazioni), al centro della bufera.
Il Comune di Terzo, capofila, ha deciso di fare causa alle amministrazioni che ancora non hanno pagato la quota relativa alla diminuzione del contributo regionale. Inevitabili le reazioni dei sindaci dei Comuni coinvolti, 16 nella Bassa. Per il momento hanno pagato solo Aquileia, Fiumicello e Campolongo-Tapogliano.
Il sindaco di Terzo, Michele Tibald, conferma: «È intenzione dell’amministrazione tutelare gli interessi e i diritti del Comune di Terzo nelle forme opportune. Ho aggiornato il consiglio nell’ottica della massima trasparenza».
Partito nel 2005, “Terre di Aquileia” si incaglia nel 2012 per problemi legati alla rendicontazione. Inizia una causa civile tra Regione e amministrazioni. L’amministrazione regionale ritiene che 223 mila euro non possano essere ammessi a contributo comunitario. Il tribunale, in primo grado, ha dato ragione ai Comuni (riconoscendo 143 mila euro su 223).
La Regione ha presentato ricorso alla Corte d’Appello, che ha ridotto la somma da 143 a 63 mila euro. I Comuni interessati dovranno versare 160 mila euro a Terzo. La civica di opposizione “Per Terzo” insorge. «In consiglio – spiegano i consiglieri – il sindaco ha risposto alla nostra interrogazione. Tutta la documentazione del lavoro svolto e pagato dal Comune di Terzo non è nella disponibilità dei Comuni contraenti.
La causa, dopo l’appello della prima sezione civile del Tribunale di Trieste, ha soddisfatto in buona parte le ragioni apposte dalla Regione lasciando Terzo con un credito nei confronti dei Comuni contraenti che si quantifica in 27.856 di spese legali per il giudizio di primo grado, 45.074 per il progetto “Luoghi della Produzione” e 120.785 per il progetto “Parco Antropico”, per un totale di 208.214».
L’opposizione ricorda: «Questa somma è al netto delle quote versate da Terzo, Aquileia, Fiumicello e Campolongo-Tapogliano. Cervignano, Ruda e Aiello hanno compartecipato solo alle spese legali. Potrebbero esserci poi le spese per una consulenza legale richiesta dai Comuni recalcitranti per avere un supporto giuridico certo all’erogazione delle singole quote parti.
E’ auspicabile che non ci sia ricorso in Cassazione. Se Terzo ritiene di avere diritto al recupero delle spese deve agire nei confronti dei Comuni morosi. Siamo pronti a chiamare in causa la Corte dei Conti». I sindaci non hanno accolto con entusiasmo la notizia.
«A mio avviso – commenta il sindaco di Aiello, Festa – c’è una corresponsabilità da parte degli organi di controllo della Regione, all’inizio andava tutto bene ma, in fase di controllo finale, le cose sono cambiate. Per contribuire ci vuole un debito fuori bilancio, per farlo ci deve essere una sentenza».
Il primo cittadino di Cervignano, Savino, aggiunge: «Nell’ultima riunione avevamo convenuto sull’opportunità di ricevere un parere tecnico, credo possa essere determinante nella soluzione del problema». Il sindaco di Palmanova, Martines dichiara: «Se tutti siamo d’accordo abbiamo l’obbligo di compartecipare motivando, dal punto di vista tecnico giuridico, la decisione».
A San Vito Zanin si dice disposto a pagare le spese legali ma «non ci sono elementi giuridici tali da consentirci di poter liquidare la restante cifra». Infine, il sindaco di Villa, Pischedda, ricorda che l’amministrazione si era resa disponibile a versare la quota «a fronte di una documentazione esaustiva».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
03 dicembre 2015
http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine