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    Svelati a Villa Dora i segreti della chiesa di Aquileia

    Insieme ad autorevoli studiosi ritorno alle radici del Cristianesimo grazie a mosaici e icone

    di Paolo Medeossi

    Continua il viaggio nella notte della Chiesa di Aquileia. Un cammino che avviene dichiaratamente mentre si è avvolti dalle tenebre e dai bagliori della notte in quanto temi così suggestivi e importanti sono sempre suscettibili di nuovi studi ed esiti che a loro volta incitano a ulteriori discussioni e confronti. A fare da sfondo è un argomento solo, decisivo, che chiama in causa il mistero sull’evangelizzazione delle regioni taliche, la nascita delle prime comunità, la loro organizzazione e lo sviluppo della vita spirituale e culturale, in altre parole le origini della Chiesa. Chi ama tutto questo in Friuli (unendovi la ricerca su una parola chiave come “rusticitas”, utile a definire finalmente il carattere del nostro popolo) ha preso le mosse dalle intuizioni e dai libri di don Gilberto Pressacco, il musicologo che proseguì l’opera avviata da un altro prete intellettuale come don Guglielmo Biasutti, figure queste originali e un po’ “eretiche” poichè avevano accettato la scommessa secondo la quale è possibile fare storia andando oltre il semplice dato documentario. Così, con vigore e intelligenza, si erano impegnati a capire quanto poteva celarsi dietro riti tradizionali come quello della Santa Sabida, andando a indagare sulla verità nascosta nella realtà delle cose e della natura umana. Percorsi complessi, vertiginosi, lontani dall’interpretazione ufficiale imposta dalla Chiesa, ma capaci di alimentare la curiosità popolare e incontri come quello che si è appena tenuto a Villa Dora, a San Giorgio di Nogaro, su iniziativa dell’assessorato comunale alla cultura in collaborazione con l’associazione Nesos.

    Il tema scelto era appunto “Storia dell’antica Chiesa aquileiese”. E sul “silenzio delle origini”, che ha alimentato tradizioni leggendarie di forte impatto emotivo, sono intervenuti due tra i più autorevoli studiosi in tale ambito come il professor Remo Cacitti, venzonese, docente di Letteratura cristiana antica all’Università statale di Milano, e la professoressa Emanuela Colombi, docente di Storia del Cristianesimo e Letteratura cristiana antica all’università di Udine, i quali hanno dato risposta a enigmi e interrogativi evidenziando, nel confronto, ricchezza e originalità delle radici del Cristianesimo aquileiese, una cui affascinante lettura è rappresentata dalla testimonianza lasciataci nei cicli musivi pavimentali nella basilica patriarcale. Aspetto questo di cui ha parlato Lara Gonzo e in tale caso i riferimenti sono andati alle ricerche iconologiche svolte dal professor Renato Iacumin e narrate nello splendido libro “Le porte della salvezza”. Iacumin a sua volta si era messo sulle orme di chi aprì per primo questo intelligente e appassionato percorso, il professor Giovanni Battista Brusin, detto “l’’aquileiese”, grande e anche dimenticato studioso che al Ginnasio di Gorizia era stato compagno

    di Ugo Pellis e Biagio Marin. L’impegno di personaggi tanto speciali ci ha donato risultati e tracce fondamentali spiegandoci meglio chi siamo. Per capirne l’importanza è necessario avere cuore e passione, oltre che assistere a incontri come quello di Villa Dora.

     

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    27 settembre 2015

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