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Staranzano e Aquileia alleati nel turismo

L’assessore Negrari ha proposto una rete per valorizzare l’antico sito della “Liberta Peticia”

di Ciro Vitiello

STARANZANO. Staranzano chiama, Aquileia risponde. Alla proposta dell’assessore alla Cultura, Matteo Negrari, di creare una rete intercomunale per la valorizzazione della villa romana “Liberta Peticia” e dei siti archeologici nell’Isontino, si fa avanti l’assessore al Turismo di Aquileia, Alviano Scarel, interessato al suggerimento innovativo. Correndo da soli, infatti, almeno per Staranzano si confermano pochi risultati raggiunti. Possono migliorare invece con una gestione strutturata, cercando nuovi sistemi informativi e coinvolgendo come partner istituzioni, enti, scuole, università e associazioni. «È un primo passo il fatto che sia arrivato un sostegno da parte di un’altra amministrazione comunale – afferma Negrari – perché vuol dire che esistono le basi per un rilancio turistico attraverso un percorso informativo con il coinvolgimento dei vari paesi. Nel prossimo incontro che avremo al Centro culturale porterò la proposta a conoscenza di tutti per verificare la condivisione dell’iniziativa e cominciare insieme dal prossimo anno con le amministrazioni, studiosi del settore, alcuni istituti scolastici del territorio con una serie di laboratori per dare una voce a questi reperti storici di epoca romana».

Nella proposta Negrari vorrebbe collegare il turismo archeologico di Grado e di Aquileia con i siti dell’epoca romana considerati “minori”, come Staranzano, San Canzian d’Isonzo, in parte Monfalcone e Ronchi dei Legionari per la villa trovata in zona industriale, poiché appartengono alla stessa storia e rappresentano un nuovo stimolo per i visitatori. La villa “Liberta Peticia”, inoltre, rispetto ad altre situazioni, viene considerato un patrimonio con una “marcia in più”, in quanto ha la caratteristica del culto delle donne. Come indica il nome. La regia potrebbe essere affidata al Consorzio Culturale del Monfalconese cominciando magari con un percorso ciclabile tra i paesi.

Per Staranzano Negrari lancia l’idea volta a far conoscere gli scavi a livello mandamentale, dei quali tanti hanno sentito solo parlare, ma non l’hanno mai visitato. «Dobbiamo portare la gente sul posto – dice Negrari – magari la prima volta organizzando appuntamenti culturali con una “Serata in Villa”, presentando sullo sfondo degli scavi archeologici un libro alla presenza di uno scrittore di livello nazionale, oppure un appuntamento musicale simile a quelli proposti sugli scaloni dell’anfiteatro del municipio in piazza Dante o addirittura inserire un incontro durante la sagra. Insomma potremmo creare un motivo per far conoscere il nostro sito. Di occasioni – aggiunge – ce ne sono, basta proporle e metterle in atto». La villa romana in ritardo nel “decollo turistico”, è stata inaugurata a maggio 2009, alla presenza dei responsabili della Soprintendenza per i Beni archeologici del Friuli Venezia Giulia. Il lavoro è costato 140mila euro arrivati dalla Regione, 40 dei quali inseriti nella Finanziaria del 2004 dall’allora consigliere regionale Franco Brussa per la valorizzazione dei siti archeologici. Alcuni sondaggi qualche anno fa hanno scoperto una vasta area archeologica tutt’intorno stimata di circa 2.500 metri quadrati.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

03 agosto 2017

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