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    Sos foro romano, Daverio: «Via subito quella strada da Aquileia»

    Il critico non ha dubbi e si candida ad “ambasciatore” della città: sito da rilanciare, è tra i più importanti d’Europa

    di Elisa Michellut

    AQUILEIA. «Toglierei subito quella strada!». È lapidario Philippe Daverio, noto critico d’arte e conduttore televisivo, apprezzato dal pubblico anche per la fortunata trasmissione televisiva di Rai 3 Passepartout: la regionale 352, nel tratto che taglia in due il Foro romano di Aquileia, non ha motivo di esistere.

    È una ferita che va sanata. Anche perché ogni giorno, d’estate, sono oltre undicimila i veicoli che passano davanti al Foro romano.

    E Daverio si candida per restare al fianco di Aquileia in questa “battaglia”: «Capisco che ci sia un dibattito a Roma, dove si sta discutendo se smantellare via dei Fori Imperiali per dare luce ai reperti coperti dal manto stradale, ma ad Aquileia la regionale che taglia in due il Foro romano non ha alcun valore scenografico. È solo un impedimento. Bisognerebbe fare un appello al Ministro e proporre un tavolo di lavoro al quale sedersi e discutere seriamente».

    «Mi candido a dare una mano in prima persona – sottolinea Daverio – . Aquileia ha diritto a un ripensamento. Si tratta di uno dei più importanti siti archeologici europei». La città romana, insomma, merita di più.

    «Su Aquileia – sostiene il popolare critico d’arte – va immaginato un progetto ambizioso. Potrebbe suscitare più attenzione non solo dal punto di vista turistico, ma anche scientifico. Ci vuole un piano di rilancio serio. Certo, se lo si fa con lo stesso gusto con il quale sono state realizzate quelle orribili passerelle all’interno della Basilica proprio non ci siamo. Sono imbarazzanti». Il critico dispensa anche qualche consiglio per migliore la fruizione del patrimonio artistico da parte dei turisti.

    «Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia è delizioso, talmente bello da essere commovente – le sue parole – . Il guaio è che non è immediatamente comprensibile agli occhi dei turisti. Anche la passeggiata alla scoperta delle vestigia romane uno la deve capire. Questo luogo ha una poetica propria straordinaria, ma c’è tanto lavoro da fare. Ci sono mosaici coperti di polvere. Ricordo che quando abbiamo fatto alcune riprese, uno dei miei collaboratori ha dovuto pulire la polvere con una scopa e versare dell’acqua. Non si vedeva nulla».

    Daverio propone un’integrazione tra Aquileia e l’Alto Adriatico. «Quello che manca, oggi, è un legame tra Aquileia e l’Alto Adriatico. Bisognerebbe fare un appello alla comunità europea. L’Alto Adriatico ha una potenza evocativa di materiali romani antichi che la gente non ha la possibilità di comprendere appieno.

    A pochi chilometri di distanza c’è Grado, c’è l’anfiteatro di Pola e il Palazzo di Diocleziano, a Spalato. Una risorsa enorme, che non solo ha un valore storico e scientifico, ma anche turistico ed economico. Gli istriani e i croati sarebbero felicissimi di far partire il progetto. É indispensabile l’impegno dell’autorità politica. Anche in questo caso potrei dare una mano, lo farei volentieri».

    Philippe Daverio annuncia che quest’estate tornerà ad “Avostanis”, evento culturale tra i più attesi, organizzato dall’associazione Colonos, diretta da Federico Rossi. «Non rinuncerei mai a questo appuntamento – assicura –. Mi sono affezionato».

    13 giugno 2015

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine