Tanti sono i veicoli che transitano ogni giorno davanti al sito archeologico. La Soprintendenza: «Fondamentale deviare il traffico, c’è già un progetto»
di Elisa Michellut
AQUILEIA. Un patrimonio unico al mondo come il Foro romano di Aquileia non solo è tagliato in due da una strada aperta al traffico, ma è anche minacciato ogni giorno dal passaggio di oltre undicimila veicoli. Questo assedio ai beni archeologici dura ormai da anni e costituisce un caso senza paragoni.
Il tratto della regionale 352 che divide a metà la zona archeologica aquileiese costituisce la principale fonte di inquinamento per i resti romani. Non solo. Il continuo passaggio di veicoli e mezzi pesanti – durante la stagione estiva, nel 2014, la media è stata di 11.466 passaggi giornalieri – minaccia la stabilità di tutta la zona. Da tempo studiosi, archeologi e addetti ai lavori chiedono la chiusura della strada in questione, che definiscono «una ferita». Propongono inoltre la pedonalizzazione dell’area, anche per restituire all’area romana la continuità che aveva nell’antichità.
Questa decisa presa di posizione ha da sempre trovato contrarietà da parte di chi vive ad Aquileia.
I residenti desiderano continuare a spostarsi agevolmente e le attività commerciali temono possibili ricadute. Le posizioni sono difficilmente conciliabili. Una soluzione potrebbe essere la tangenziale est di Aquileia, che consentirebbe di bypassare il centro, alleggerire il traffico e aumentare la sicurezza.
«É fondamentale deviare il traffico – sottolinea Marta Novello, funzionario della Soprintendenza archeologica, responsabile per Aquileia – . Esiste già un progetto. Se riuscissimo a far passare il traffico pesante altrove sarebbe un ottimo risultato. I problemi legati al continuo passaggio di veicoli sono tanti. Per prima cosa gli inevitabili effetti negativi sulla conservazione del patrimonio archeologico. Il segmento stradale, inoltre, non è stabile. Infine, i marciapiedi devono poter assicurare una fruizione in sicurezza. Riteniamo opportuno eliminare o programmare l’eliminazione di quella strada. Nell’antichità – aggiunge Novello – il Foro non era attraversato da strade, il passaggio di veicoli è fuorviante anche per quanto concerne la comprensione del monumento, che risulta falsata. La pedonalizzazione sarà una tappa da raggiungere gradatamente».
Lo studioso Maurizio Buora non usa mezzi termini. «É una violenza, una ferita – sostiene -. Non è concepibile che un Foro romano sia attraversato da una regionale. Una soluzione potrebbe essere quella di rialzare la strada di un paio di metri ma la cosa più semplice è spostarla all’esterno di Aquileia. É ovvio che questo scontenta i residenti, ma in quel punto non ci deve stare. Il traffico è continuo. É un falso problema pensare che la 352 possa portare turismo e benessere».
Il sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, pensa ad una possibile soluzione per il futuro: «Dopo aver provveduto alla valorizzazione di tutti i siti archeologici scavati fino ad oggi, si potrebbe pensare ad una viabilità interna ad Aquileia per i residenti, tale da sostituire l’attuale 352 e collegare il lato orientale del Foro con quello occidentale. Questo perché la viabilità esterna (tangenziale est) ha come finalità l’alleggerimento del traffico di passaggio, ma non può sostituire la 352; deve essere considerata solo un’integrazione della viabilità interna al paese».
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10 giugno 2015
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