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    Scoppia la guerra di Aquileia, sulla Fondazione sindaci contro la Regione

    L’ex presidente (ed ex sindaco) Scarel replica all’accusa di scarsa capacità di spesa lanciata dall’assessore regionale Torrenti: “Spettava al direttore scelto da voi l’utilizzo dei soldi, noi abbiamo fatto più del mandato.” Anche l’attuale primo cittadino si schiera con la Fondazione

    di Elisa Michellut

    AQUILEIA. Non ha gradito e non lo nasconde. L’ex presidente della Fondazione Aquileia, Alviano Scarel, già sindaco di centrosinistra della città romana e attuale assessore comunale ai Lavori pubblici, risponde a tono alle affermazioni dell’assessore regionale alla cultura Gianni Torrenti, apparse ieri sul Messaggero Veneto. Torrenti, interpellato in merito alla nomina del nuovo presidente della Fondazione Aquileia, l’ambasciatore Antonio Zanardi Landi, in procinto di sostituire Scarel alla guida dell’ente, aveva dichiarato che la Fondazione ha in pancia un “tesoretto” da 8 milioni ancora da spendere.

    L’assessore regionale, in particolare, aveva sottolineato che «se abbiamo deciso di cambiare la governance della Fondazione, dal presidente al direttore, è anche per l’insufficiente capacità di spesa dimostrata finora. Una cattiva gestione».

    Parole non certo lusinghiere nei confronti dell’ex Scarel, la cui replica non si è fatta attendere. «Non avevo alcuna intenzione di intervenire in un momento cruciale per la Fondazione Aquileia, come è quello attuale – assicura Scarel –. Le dichiarazioni dell’assessore regionale Torrenti mi obbligano, però, a farlo.

    Come l’assessore sicuramente sa, in base allo statuto della Fondazione Aquileia, al direttore competono tutti i poteri di ordinaria e straordinaria gestione della Fondazione stessa, riservando al consiglio la funzione d’indirizzo e al presidente la legale rappresentanza e le relazioni con gli enti. Il fantomatico “tesoretto” cui si fa riferimento nell’articolo e di questo ne dovrebbe parlare con il direttore Tiussi è la necessaria copertura finanziaria per poter avviare gli appalti delle opere progettate. A meno che non si voglia indirettamente contestare gli obiettivi, ma allora è un’altra questione e questo prevede necessariamente il confronto con l’amministrazione comunale».

    Scarel rimarca che «la nostra ambizione non è di fare la parte degli eterni sotans. Qualora l’assessore Torrenti ritenga che ci sia stata una cattiva gestione, si rivolga ai direttori che, quali figure di elevata qualificazione professionale e comprovata esperienza di amministrazione di enti complessi, sono i veri e propri amministratori delegati dell’ente e sono sempre stati, come previsto dallo statuto, nominati dalla Regione, l’ente che, per l’appunto, Torrenti rappresenta».

    Scarel è un fiume in piena. «Se secondo Torrenti – rincara la dose l’ex sindaco di Aquileia – le cose non andavano per il verso giusto ha avuto quasi due anni di tempo, da quando si è insediato in giunta regionale, per chiedere conto ai diversi direttori e al proprio rappresentante in seno al consiglio e, in ultima istanza, il tempo non gli è certo mancato per interessarsi delle sorti della Fondazione, come da me sollecitato a più riprese. Da parte mia – conclude non senza una vena polemica – andando forse anche oltre quello che era il mio mandato, ma nell’interesse di Aquileia, sono intervenuto ripetutamente con i direttori e i progettisti che si sono succeduti, per cercare di velocizzare iter procedurali che, in ogni modo, risentono sempre e risentiranno anche in futuro della complessità di operare direttamente sui resti archeologici».

    Una replica dai toni duri, quindi, che non mancherà di produrre strascichi dopo che la Regione ha deciso di voltare nettamente pagina affidandosi al consigliere diplomatico dell’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, già ambasciatore presso la Santa sede.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    11 gennaio 2015

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine