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Scavi ad Aquileia, si accende la polemica

Dopo i disagi in via XXIV maggio, il soprintendente Corrado Azzollini si rivolge ai cittadini: «Una grande opportunità anche economica»

di Corrado Azzollini*

Scintille tra Comune di Aquileia e Soprintendenza dopo lo stop ai saggi archeologici in via XXIV Maggio. I residenti e il Comune avevano accusato la Soprintendenza di eccessivi ritardi nella conclusione degli scavi, motivo per il quale era slittato l’inizio dell’intervento di riqualificazione programmato dall’amministrazione cittadina.

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Gentili cittadini di Aquileia, con la chiusura provvisoria dello scavo di via XXIV maggio, che conclude la prima fase di indagine archeologica, riteniamo doveroso illustrare alla cittadinanza l’importanza e le dinamiche del nostro intervento.

Innanzitutto, se la Soprintendenza avesse deciso di chiudere definitivamente lo scavo, come nel lontano 1967, quando proprio in via XXIV maggio andò rovinato un bel mosaico policromo a causa di lavori fognari, questo non avrebbe costituito una “vittoria” per Aquileia, ma una sconfitta, per tutti, cittadini e Istituzioni. Aquileia, infatti, con la sua storia millenaria, è uno dei siti Unesco più importanti d’Italia.

Qualsiasi intervento di carattere infrastrutturale comporta necessariamente la consapevolezza che, ovunque si scavi, c’è la possibilità di recuperare resti e testimonianze dell’antica città romana. Di questo devono essere coscienti sia le Istituzioni sia cittadini di Aquileia.

La storia della loro città è la loro storia e l’amore e l’orgoglio per la propria città possono ben valere un disagio temporaneo.

A ciò possiamo sommare che qualsiasi rinvenimento di carattere archeologico, proprio perché contribuisce ad aggiungere un nuovo tassello alla storia di un importante sito di cui poco è testimoniato in alzato, è rilevante non solo per l’approfondimento scientifico e l’ampliamento delle conoscenze, ma anche per lo sviluppo turistico e, di conseguenza, economico della città.

Nell’intervento in questione, come è stato già detto, il sondaggio archeologico eseguito sotto la direzione della Soprintendenza, ha riportato alla luce, peraltro in un ottimo stato conservativo, l’angolo sud orientale delle Grandi Terme, quindi il limite di uno dei complessi più importanti di Aquileia, in corso di indagine da più di dieci anni, evidenziandone le strutture murarie, altrove quasi sempre asportate, e un mosaico purtroppo visibile solo in parte a causa dei limiti dello scavo.

A seguito di questa scoperta, e poiché la stessa Commissione Lavori Pubblici della Regione aveva recepito la prescrizione di procedere nello scavo estensivo nel caso di risultanze emerse, la Soprintendenza si era dichiarata disposta a sostenere le spese relative al prosieguo dello scavo stesso proprio per alleggerire i costi sostenuti dall’Amministrazione comunale.

Sono state vagliate diverse ipotesi di intervento e diverse sono state le proposte della Soprintendenza per cercare di concludere in estensivo lo scavo, proprio in considerazione dell’importanza dei resti e per riportare alla luce l’intero mosaico, cercando nel contempo di arrecare meno danno possibile ai cittadini.

Le diverse soluzioni prospettate, per motivi vari, non hanno trovato accoglienza mentre il vaglio delle varie proposte ha comportato un allungamento dei tempi non previsto.

La decisione finale di autorizzare la chiusura, solo provvisoria, del sondaggio, è stata presa dalla Soprintendenza esclusivamente in considerazione di eventi futuri che consentiranno una ripresa dell’indagine archeologica e una valorizzazione dell’intera area delle Grandi Terme.

Quello che ci preme sottolineare, in conclusione, è che la ricerca archeologica non può essere “un problema”, ma è una grande opportunità per dare valore e dignità alla storia di Aquileia e dei suoi abitanti. È obbligo delle Istituzioni trovare l’accordo migliore perché questa città possa rispondere pienamente al titolo di sito Unesco, Patrimonio dell’umanità.

*Soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio Fvg

©RIPRODUZIONE RISERVATA

30 novembre 2016

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