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Sabato apre la cattedrale di Gorizia, il giorno dopo la basilica di Aquileia

Monsignor Arnaldo Greco, delegato arcivescovile per l’Anno Giubilare: la novità dell’azione del Papa sta nella decisione di sollevare i fedeli dal mettersi in cammino dalle loro terre verso Roma

di Giulia Zanello

GORIZIA. Gorizia e Aquileia si preparano ad accogliere l’anno Santo. Le celebrazioni del Giubileo straordinario voluto da Papa Francesco inizieranno sabato: alle 20, nella cattedrale di Gorizia, sarà aperta la Porta della Misericordia nella chiesa di S. Maria Assunta e celebrata la liturgia.

Il giorno successivo, domenica alle 15.30, saranno aperte anche le porte della basilica di Aquileia, dove i fedeli arriveranno per l’anno giubilare fino al 20 novembre del prossimo anno.

Dopo aver aperto la prima Porta a Bangui, capitale della Repubblica del Centrafrica, anticipando di fatto l’inizio del Giubileo fissato inizialmente per il giorno dell’Immacolata a San Pietro in Vaticano, il pontefice nella terza domenica d’Avvento chiede che «in ogni Chiesa particolare – si legge nell’invito – nella Cattedrale che è la Chiesa Madre per tutti i fedeli, oppure nella Concattedrale o in una chiesa di speciale significato, si apra per tutto l’Anno Santo una uguale Porta della Misericordia».

E così anche a Gorizia e nella sua provincia l’arcivescovo, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, aprirà le porte di chiese, santuari e basiliche.

«Siamo invitati a volgere lo sguardo – spiega monsignor Arnaldo Greco, delegato arcivescovile per l’Anno Giubilare – verso le tre chiese della nostra diocesi chiamate dal vescovo Carlo Redaelli a essere “porta giubilare”: la chiesa cattedrale di Gorizia, la basilica Poponiana di Aquileja, il santuario della Madonna di Barbana di Grado e per un periodo ristretto anche il santuario di Rosa Mistica a Cormons».

I mesi giubilari presentano sempre le stesse caratteristiche per i credenti, ovvero la conversione, il perdono dei peccati e la remissione della pena, legata all’indulgenza plenaria, ma anche il viaggio nella città di Roma, sede del Papato e luogo che conserva la tomba del “Principe degli Apostoli”, San Pietro, nonché il passaggio dalla “Porta Santa” della basilica di San Pietro in Vaticano.

«Roma ha visto ben 700 anni di storia giubilare – sottolinea ancora Greco – Papa Francesco ha stabilito che i benefici legati al giubileo si possono ottenere e vivere in tutte le parti del mondo, nelle proprie diocesi. Non è, comunque, una novità assoluta, anche Papa Paolo VI diede simili disposizioni nel 1966 per tutte le diocesi del mondo. La novità dell’azione di Francesco sta nella decisione di sollevare i fedeli dal mettersi in cammino dalle loro terre verso Roma. Questo non è in verità proibito, ma non è più necessario».

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

08 dicembre 2015

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