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Quell’ombra sulla dynasty dei mobilieri

Dalle sedie di Manzano al vino Doc, ecco come è nato l’impero Calligaris

Paolo Calligaris dirige l’azienda Ca’ Tullio di Aquileia e si occupa quindi di vino, ma è con le sedie che è iniziata la dinastia imprenditoriale dei Calligaris. A cominciare tutto è stato Antonio Calligaris che nel 1923 ha avviato una piccola impresa artigianale che produceva la sedia tipica della zona di Manzano del Friuli, la Marocca. Quel piccolo laboratorio in via Libertà a Manzano ha dato inizio a una delle più importanti aziende di sedie e complementi d’arredo. Con l’installazione della prima macchina impagliatrice, Calligaris ha saputo trasformarsi in una realtà industriale con una forte propensione all’innovazione. Ad affiancare il padre, c’erano il figlio Walter e suo fratello minore Alessandro che nel 1986 ha assunto la presidenza. Insieme hanno saputo imprimere un’accelerazione all’attività dell’azienda che, negli anni Settanta, ha cominciato a esportare: il brand Calligaris ha imposto con forza il design italiano sui mercati esteri. Oggi il Gruppo conta 600 dipendenti, filiali operative negli Usa, Giappone, Russia e Francia, cinque stabilimenti produttivi di cui uno in Croazia e distribuisce i suoi oltre 800 prodotti a catalogo in 90 Paesi al mondo.

Al legno e alle sedie però, Paolo ha preferito la vite e dal 2001 insieme al padre Walter si è sempre dedicato alla produzione di vini di qualità. La proprietà della Ca’ Tullio comprende circa 100 ettari di terreno, in parte situati ad Aquileia e in parte a Sdricca di Manzano da cui derivano due linee distinte di prodotti che fanno riferimento alla doc Colli Orientali dei Friuli e alla doc Aquileia.

Da più di sette anni la dinastia Calligaris si trova però a dover fare i conti con un’ombra che rischia di oscurare i successi imprenditoriali. Paolo Calligaris non ha mai voluto parlare della terribile esperienza vissuta quel giorno se non attraverso i suoi avvocati che hanno rimarcato l’impatto devastante subìto da un uomo che, sapendo d’essere innocente, dopo aver perso la compagna in modo così drammatico, si è trovato anche al centro di un ingiustificato processo mediatico. (c.r.)

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

23 febbraio 2016

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