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    La Fondazione Aquileia a una vetrina mondiale

    La città romana da venerdì sarà al Salone internazionale dell’archeologia. Zanardi Landi: rafforzare ancora i legami culturali con gli altri Paesi

    di Elisa Michellut

    AQUILEIA. La città romana in vetrina al Salone internazionale dell’archeologia di Firenze.

    Da venerdì e fino a domenica, la Fondazione Aquileia presenterà all’Italia il progetto Archeologia ferita, grazie al quale si rafforzeranno i rapporti con diversi Paesi, tra cui Iran e Iraq.

    Il presidente della fondazione, Antonio Zanardi Landi, annuncia anche un’importante mostra sulle gemme conservate al Museo archeologico nazionale di Aquileia, un’occasione unica anche per valorizzare la tradizione dell’artigianato orafo.

    Durante il salone di Firenze, si terrà la XII edizione dell’incontro nazionale di Archeologia viva, nell’ambito del quale, sabato alle 16.30, interverranno Zanardi Landi e Daniele Morandi Bonacossi, che insegna archeologia del vicino Oriente all’Università di Udine e che ha diretto numerose missioni in Siria e Iraq.

    «Aquileia fu crogiolo di genti di diversa origine – spiega Bonacossi, che parlerà anche della situazione internazionale –. È naturale che proprio da Aquileia e da un ente come la fondazione, nato per diffondere la conoscenza di questo importante crocevia dell’antichità e valorizzarne l’eredità culturale, sia partita un’iniziativa come “Archeologia ferita”, che sta portando al Museo archeologico nazionale opere d’arte provenienti da musei e siti colpiti dal terrorismo fondamentalista al fine di diffondere un messaggio di reciproca conoscenza, comprensione e convivenza».

    Zanardi Landi fa sapere che la fondazione intende proseguire nella direzione di rafforzare i legami culturali con gli altri Paesi. «Dopo gli ottimi risultati ottenuti con la mostra del Bardo – le sue parole – siamo incoraggiati a continuare su questo filone.

    La prossima mostra sarà dedicata ai reperti archeologici iraniani. Non la collocheremo nel filone dell’archeologia ferita perché porteremo nella città romana alcuni reperti “feriti” dai macedoni di Alessandro Magno, dunque si è persa l’attualità di questo danno inferto al patrimonio dell’umanità. Sarà un’occasione per conoscere una delle più grandi civiltà degli ultimi 3 mila anni.

    Confidiamo che la mostra sull’Iran possa avere una ricaduta importante anche al di fuori di Aquileia perché accompagna un processo di dialogo che si era rallentato. Ora si stanno nuovamente rafforzando i rapporti economici e politici e speriamo che anche i rapporti culturali possano decollare. La mostra di Aquileia potrebbe essere il punto di partenza».

    La fondazione ha già preso contatti anche con l’Iraq. «Siamo in trattative – anticipa Zanardi – con il ministro della cultura iracheno, che ha manifestato una disponibilità di massima per l’anno prossimo». Fondazione Aquileia sta lavorando a due importanti progetti, che prenderanno corpo nei prossimi mesi.

    «Cercheremo di lavorare con i Balcani – conferma Zanardi –. Vogliamo portare ad Aquileia una mostra che occupi il museo nei mesi invernali. Per l’anno prossimo, inoltre, abbiamo in mente un progetto ambizioso: una mostra che metterà in risalto, tramite tecnologie modernissime, parte della collezione di gioie e gioielli custodita al Museo archeologico nazionale.

    Credo che le stupende gemme di Aquileia ci consentiranno di lavorare anche a favore dell’industria degli operatori italiani dimostrando che esiste una tradizione millenaria».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    18 febbraio 2016

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine