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I tesori della regione che ci fanno conoscere

Il castello di Miramare, gli storici musei di Aquileia e di Cividale L’anno scorso il boom di presenze con 1.198.771 visitatori

di MAURA DELLE CASE

MAURA DELLE CASE. Prima del Veneto, dell’Emilia Romagna, della Puglia. Prima anche dell’Umbria, delle Marche e della Liguria. Nella classifica delle Regioni per maggior numero d’ingressi nei musei di proprietà dello Stato, il Friuli Venezia Giulia si piazza al sole ancora una volta. Saldo ai vertici della classifica, subito dietro alle custodi della cultura italiana. In coda – si fa per dire – a Lazio (con i suoi 19.653.167 di visitatori), Campania (8.075.331), Toscana (6.394.728), Piemonte (2.464.023) e Lombardia (1.791.931). Al sesto posto con ben 1.198.771 visitatori. Un tesoretto di tutto rispetto, che rappresenta il 2,7% dei 44,5 milioni di ingressi registrati nel 2016 dagli istituti culturali di proprietà dello stato. È un nuovo record per i musei italiani che grazie alla “cura” Franceschini hanno visto crescere esponenzialmente, in tre anni, sia i biglietti venduti che gli incassi. Di 6 milioni i primi e di ben 45 milioni di euro i secondi. Dai 38.424.587 visitatori del 2013 si è passati infatti l’anno scorso a 44,5 milioni per un totale di 172 milioni di incassi (+12% rispetto al 2015). Risorse che commentando l’ennesimo, importante, risultato messo a segno dalla riforma il ministro Dario Franceschini ha assicurato «torneranno interamente ai musei, secondo un sistema che premia le migliori gestioni e al contempo garantisce le piccole realtà». I dati collocano il Belpaese in netta controtendenza rispetto al contesto europeo, dove nel 2016 si è invece registrato un calo delle presenze nei musei. Dinamica opposta a quella italiana. E del Fvg, capace di tener testa a regioni di grande attrattività come il Veneto, tanto per restare a Nordest. Seppur di un soffio, il Fvg lo supera infatti trainato dal castello di Miramare a Trieste.

Miramare

Dimora storica da un milione. Di visitatori. L’area del castello triestino si piazza stabilmente nella top 30 degli istituti museali più visitati d’Italia. A passeggio nel suo parco (l’ingresso è gratuito), realizzato tra il 1856 e il 1860 da Massimiliano d’Asburgo su una superficie complessiva di 22 ettari, sono state nel 2016 ben 833.000 persone, cui si sono aggiunte le 257.237 in visita al museo, alla scoperta di arredi originali e di una ricca collezione di opere d’arte. Totale: 1.090.537 visitatori. Da solo, il maniero ha fatto meglio di tutti i musei statali del Veneto messi insieme, fermi a 1.020.464 presenze.

Nella classifica nazionale i giardini del castello giuliano si piazzano all’11esimo posto. La dimora storica al 33esimo, che diventa 28esimo nella top 30 del Mibact dove si considerano solo i musei in senso stretto. Il castello scivola giù di due posizioni anche rispetto al 2015, pur avendo guadagnato da un anno all’altro l’1,3% di visitatori, passato com’è dai 254.002 del 2015 ai 257.237 degli scorsi 12 mesi. Niente a che vedere con gli incrementi a due cifre – percentuali – della Venaria Reale (+71%), del museo di Palazzo Ducale a Mantova (+51%) o della Reggia di Caserta (+37%). Eppure, se si passa ai luoghi della cultura meno conosciuti, Trieste si prende la sua rivincita con l’Antiquarium di via del Seminario. L’antico acquedotto romano – risalente al I secolo dopo Cristo – l’anno passato è stato visitato infatti da 1.240 visitatori. Il 933% in più rispetto ai 120 dell’anno prima.

I magnifici otto

Accanto al parco e al museo di Miramare e all’Antiquariummì, il Ministero dei beni e delle attività culturali vanta in Friuli Venezia Giulia altri istituti che vedono crescere le proprie quote. A Trieste c’è ancora il teatro Romano con 1.419 visitatori, a Duino Aurisina la villa Romana, visitata nel 2016 da 1.240 persone, mentre passando al Friuli, si distinguono due perle dell’Unesco: Aquileia e Cividale con i due musei archeologici, capaci di richiamare rispettivamente 68.842 visitatori il primo (cui si aggiungono i 5.263 del museo paleocristiano) e 27.992 il secondo.

Boom delle domeniche gratuite

La formula merita un capitolo a sé. Sono stati 8 milioni – di cui 3 milioni l’anno passato – coloro che hanno partecipato all’iniziativa dal 2014, quando è stata istituita. Dopo un sensibile incremento iniziale, le presenze ormai si attestano intorno a 250/300 mila visitatori per edizione, con picchi significativi come quello di aprile, arrivato a sfiorare le 400 mila unità. Letti dal ministro dei beni e delle attività culturali, Dario Franceschini, i dati complessivi decretano un nuovo record e si muovono nel segno di quanto fatto durante gli anni del governo Renzi. All’insegna «della valorizzazione e promozione di un turismo culturale e sostenibile». Sempre più colto e di qualità. Sensibile al patrimonio archeologico, che da solo totalizza la metà degli ingressi del 2016, ma anche a quello museale.

Borghi protagonisti del 2017

Dopo i sentieri, tocca ora ai piccoli centri.

«Luoghi ricchi di storia, cultura e tradizioni, che rappresentano il cardine per la crescita di un turismo sostenibile, capace di creare autentiche esperienze per i visitatori e di permettere lo sviluppo armonico delle comunità che vi vivono. Dopo l’anno dei cammini – annuncia il ministro Franceschini –, il 2017 Anno dei Borghi sarà un momento importante per promuovere queste nuove forme di esperienza turistica che vedono l’Italia meta prediletta per i viaggiatori di tutto il mondo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

08 gennaio 2017

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