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Giubileo in Friuli, blindate le chiese

Controlli serrati per l’apertura delle porte sante in regione. Particolare attenzione anche nei giorni delle feste cattoliche
di Mattia Pertoldi

UDINE. Le forze dell’ordine del Fvg si preparano a blindare chiese e cattedrali della regione in occasione delle giornate in cui, nelle quattro province, verranno aperte le porte della misericordia e in quelle, da qui alla fine del giubileo, che rappresentano date delle principali festività cattoliche.

Perchè se il Fvg non fa parte dell’elenco delle regioni dotate, secondo il ministero dell’Interno, di obiettivi sensibili “fissi” – ad esempio il duomo di Milano o la basilica di San Pietro a Roma – e in cui la sorveglianza, anche militare, sarà continua, è altrettanto vero che il rischio correlato a possibili attentati non è certamente pari a zero. Specialmente in occasione di eventi particolari e in grado di raccogliere migliaia di fedeli in un solo luogo. Come, appunto, le cerimonie per l’apertura delle porte della misericordia – cioè le varianti locali delle porte sante – o le giornate di festa canonica per la chiesa cattolica.

E proprio in queste occasioni prefetture e questure hanno deciso di implementare ulteriormente i controlli sul territorio – già aumentati in queste settimane sacrificando i cosiddetti servizi di sportello – sia a livello di personale che utilizzando la tecnologia. Già a partire da domenica, quando le prime porte della misericordia si spalancheranno davanti ai fedeli.

Dopodomani, infatti, in Friuli si comincia con la Basilica di Aquileia – anche se ricade sotto la giurisidizione ecclesiastica di Gorizia – alle 15.30, mentre alle 16 sarà l’arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato ad aprire la porta del duomo del capoluogo.

Non soltanto, però, perchè alle 15.30 l’evento giubilare interesserà il duomo concattedrale di San Marco a Pordenone, alle 15, oltre alla cattedrale di Gorizia (15.30) e, mezz’ora dopo, quella di San Giusto a Trieste. Esattamente a sette giorni di distanza, quindi, la provincia di Udine si trasformerà in una piccola Roma con aperture che interesseranno metà Friuli: il santuario di Castelmonte (ore 10), quello della Beata Vergine delle Grazie a Udine (ore 11), del monte Lussari (ore 12), della Madonna missionaria di Tricesimo (ore 16) e di Sant’Antonio a Gemona (in orario ancora da comunicare).

Nelle settimane a cavallo tra 2015 e 2016, poi, sarà la volta dell’abbazia di Sesto al Reghena (30 dicembre, orario da definire), del santuario della Madonna del monte di Costa di Aviano (1º gennaio, ore 16), di quello della Madonna di Rosa di San Vito al Tagliamento (10 gennaio, ore 10). Le ultime tre porte della misericordia in Fvg, infine, verranno aperte a nel duomo di Valvasone (17 marzo, in attesa di orario) e nelle chiese parrocchiali di Claut e Clauzetto (3 luglio, rispettivamente alle 11 e alle 16).

Polizia e carabinieri – ma non l’esercito che sarà utilizzato soltanto alla frontiera e non in città e paesi – monitoreranno con molta attenzione la situazione anche nelle giornate in cui cadono le principali e più importanti festività cattoliche.

Allerta massima, dunque, a partire dal 24 dicembre, e in particolare in occasione delle messe attorno alla mezzanotte, oltre al giorno di Natale, al 1º gennaio – festa della madre di Dio – e all’epifania. Questo almeno per quanto riguarda le prossime settimane, ma i dispositivi di sicurezza proseguiranno in tutte le altre giornate “clou” – come si può leggere nella tabella in pagina – del calendario liturgico almeno sino al prossimo 20 novembre data di fine ufficiale del giubileo straordinario indetto da papa Francesco.

Controlli a tappeto, però, che, come ha spiegato il questore di Udine Claudio Cracovia, andranno a rafforzare quelle misure di sicurezza sul territorio già innalzate nelle ultime settimane, in particolare dopo gli attentati di Parigi e nell’imminenza dell’avvio dell’anno santo.

«Non siamo certamente rimasti a guardare – ha spiegato –, ma, anzi, abbiamo già messo in campo un dispositivo di controllo accurato e capillare di tutto il territorio». Poliziotti che, per Cracovia, è stato e sarà reperito «tagliando dalle attività burocratiche degli uffici per il rilascio dei passaporti, delle licenze oppure delle richieste d’asilo» togliendoli quindi dagli sportelli e utilizzandoli in strada.

Ma se un’opera certosina è stata svolta «soprattutto a livello di intelligence» considerato come «le informazioni siano vitali nel combattere eventuali fenomeni criminosi o terroristici», una cosa sta particolarmente a cuore al questore e cioè non mescolare l’attività svolta dai suoi uomini – e dalle forze dell’ordine più in generale – a quella cui è destinato il contingente di 90 uomini dell’esercito che verrà impiegato all’interno dei confini del Fvg.

«Da tempo sappiamo come i luoghi e le date simbolo della cristianità – ha conetinuato Cracovia – possano trasformarsi in obiettivi sensibili e siamo preparati a controllarli. Lo faremo noi, però, perchè l’aliquota dei militari che il ministero dell’Interno ha deciso di inviare in regione è figlio dell’aumento di uomini, a livello nazionale, dell’operazione “Strade Sicure”. Ci aiuteranno a pattugliare i confini, questo è sicuro, ma non le nostre città visto che qui non ci sono le stesse necessità delle grandi città e dove lavoriamo sul campo ogni giorno».

Cracovia, dunque, assicura come la polizia sia pronta, ma su una cosa sceglie di mantenere il riserbo assoluto: il numero di uomini che verrà dispiegato sul territorio. «Almeno questo – ha concluso – lasciate che resti riservato e non finisca sulle pagine dei giornali».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

11 dicembre 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine