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    Francesco e Kirill, quella diplomazia nata ad Aquileia

    Il Patriarca russo nel 2006 in Friuli quando i rapporti col Vaticano erano gelidi

    12.02.2016    Tre ore nell’isola di Cuba per abbattere secoli di lontananza e divisione. Papa Francesco e il Patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia si incontreranno venerdì 12 febbraio nell’isola caraibica dove il Papa farà scalo prima del suo viaggio in Messico, e dove il Patriarca sarà in visita ufficiale. Un incontro «preparato da lungo tempo» ha dichiarato il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, quello con «il mio caro fratello Kirill», come l’ha definito Francesco domenica all’Angelus.

    Pochi sanno però che ad aprire i canali per questo storico incontro sono state infatti senza dubbio anche le numerose occasioni di relazione promosse con la Chiesa russa dalla diocesi di Udine e dalle Chiese del Nordest. Lo stesso Kirill, nell’autunno 2006, fu infatti accolto con gioia in Friuli e, accompagnato dall’allora vicario generale mons. Giulio Gherbezza a visitare Aquileia. Già il quell’occasione, nelle vesti di metropolita e presidente del dipartimento per le relazioni estere del Patriarcato di Mosca, in un’intervista a «la Vita Cattolica» Kirill sottolineò infatti il «desiderio di un incontro, da ambo le parti».

    Ci sono voluti ben dieci anni perché tale desiderio si realizzasse. Anni nei quali le relazioni tra la diocesi di Udine e la Chiesa di Mosca si però intensificate, con diversi momenti di scambio fraterno non solo tra rappresentanti ufficiali, ma anche tra sacerdoti e laici accolti a Mosca e in Friuli (a Udine e nell’Abbazia di Rosazzo). Fu proprio in occasione della sua visita ad Aquileia che il metropolita Kirill invitò i vescovi del Friuli-Venezia Giulia a Mosca; ad accompagnarli mons. Gherbezza, che con Kirill intratteneva rapporti di stima e amicizia. Lo storico incontro con il patriarca Alessio II (nella foto qui a destra, con mons. Brollo) avvenne il 27 agosto 2007 e in quell’occasione la guida spirituale della più consistente chiesa dell’ortodossia sottolineò che «dalle Chiese del Nord est d’Italia siamo sempre stati bene accolti».

    «Fin dalle sue origini, la Chiesa aquileiese ha tenuto aperte le porte al dialogo con molteplici e diverse nazionalità e culture, dal Norico alla Pannonia, dai Longobardi alle popolazioni di lingua slava – ricordava in quell’occasione mons. Gherbezza rivolgendosi, a nome dei Vescovi del Friuli-V.G., al Patriarca russo –. In nome della fede comune, fondata sul Vangelo di Gesù Cristo e sulla testimonianza dei santi apostoli e martiri, vogliamo continuare questo incontro e scambio fraterno fra le Chiese». «La diversità nel vivere ed esprimere la fede comune nelle nostre Chiese non è un ostacolo all’incontro e al dialogo fondato sull’adesione a Gesù Cristo Signore. Anzi – proseguiva il Vicario generale –, le diversità possono diventare una ricchezza da condividere in un clima di reciproco riconoscimento».

    Ed eccoci ora arrivati al momento tanto auspicato, lo storico incontro tra i massimi rappresentanti delle due Chiese. Sia il Patriarcato di Mosca che il Vaticano parlano di «una tappa importante» e di «un segno di speranza per tutti gli uomini di buona volontà». Mons. Piero Coda, membro della Commissione teologica internazionale e della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa lo definisce «un evento storico di grande portata, direi quasi, se lo si potesse assimilare, che si tratta di un evento di una portata che sta alla pari con quello dell’incontro tra Paolo VI e Atenagora. Qui è la Chiesa ortodossa russa, il Patriarcato di Mosca che compie un passo analogo nei confronti di Roma».

    E «non è un caso che avvenga proprio in questo momento – osserva mons. Coda –, quando cioè la situazione di grave emergenza in cui vive il popolo cristiano all’interno dello scenario del Medio Oriente, porta con sé la necessità di fare tutti gli sforzi possibili per lasciare da parte le difficoltà che ci sono nei reciproci rapporti, e darsi la mano per camminare insieme e servire la causa della pace, della giustizia e della fraternità».
    A L’Avana e in Messico.

    Venerdì 12 febbraio Papa Francesco sarà accolto all’aeroporto internazionale José Martí dell’Avana di Cuba dal nunzio apostolico e dal presidente Raul Castro. L’incontro privato tra Papa Francesco e il Patriarca Kirill avverrà in una sala appositamente preparata all’aeroporto e avrà una durata di due ore. Subito dopo il Papa e il Patriarca firmeranno una dichiarazione congiunta alla presenza della stampa e della tv cubana, che riprenderà tutto l’evento.
    Valentina Zanella

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