AQUILEIA. Il cimitero degli eroi di Aquileia è l’unico ad aver mantenuto la sua forma originale da quando sono iniziate le sepolture, nel 1915. Da qui è partita, nel 1921, la salma del Milite Ignoto verso l’Altare della Patria. Vero e proprio monumento alla memoria, è stato uno dei primi cimiteri militari a essere costruito. Vi sono seppelliti non soltanto i militi ignoti, ma anche tanti personaggi illustri, come Giovanni Randaccio, maggiore dei Lupi di Toscana, amico di Gabriele D’Annunzio. Qui si trova anche il sepolcro della cosiddetta “madre ideale”, quella Maria Bergamas che, madre di un disperso, ebbe il compito di scegliere la salma del milite ignoto. Morì a Trieste nel 1952 e fu sepolta ad Aquileia il 4 novembre 1954, alla presenza del presidente della Repubblica Luigi Einaudi. É possibile ammirare anche un gruppo scultoreo raffigurante il Sacrificio realizzata da Edmondo Furlan e un’opera che rappresenta l’Angelo della Carità, lavoro di Ettore Ximenes. Una scultura in bronzo raccoglie tutti i nomi del cimitero degli eroi. Anna Sgubin ha studiato a lungo la storia di questo luogo. «Tra il 1916 e il 1917 – ricorda – il cimitero da civile divenne militare. A due anni dalla conclusione della guerra era già completo. É uno degli ultimi cimiteri italiani della Grande guerra rimasti intatti. Gli altri, durante il fascismo, sono stati smantellati e le salme traslate nei vari sacrari (Oslavia, Redipuglia e Caporetto)». (e.m.)
15 gennaio 2015
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