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Arriva la tassa di soggiorno dal mare ai monti

A Grado c’è già, a Lignano parte a maggio. Tre Comuni carnici gli ultimi a introdurla. L’appello di Federalberghi: i ricavi non vengano utilizzati solo per risanare i bilanci

di Viviana Zamarian

UDINE. Dal mare alla montagna, passando per la città d’arte e di storia di Aquileia. La tassa di soggiorno dopo Lignano, Grado e Trieste, sarà introdotta quest’anno in via sperimentale anche ad Arta Terme, Forni Avoltri e Sauris, primi Comuni in Carnia ad applicarla. Altri ci stanno pensando per il 2019. Il ricavato andrà ai singoli Enti, che dovranno investirlo sul turismo. Proprio quello che vogliono.

Imposta in Carnia

Sauris parte dunque con il primo maggio, Arta Terme il primo ottobre e infine Forni Avoltri il primo dicembre. È stata l’assemblea dei sindaci dell’Uti della Carnia a dare il via libera alle richieste dei tre Comuni.

Forni Avoltri per la sua caratura turistica, come afferma Mara Beorchia, membro con delega al turismo nell’ufficio di Presidenza dell’Uti, avrebbe potuto istituirla anche da sola (non l’ha fatto per dare un segnale di sinergia), mentre per gli altri due Comuni la legge prevede il necessario passaggio attraverso l’Uti, che ha, dal canto suo, recepito le richieste dei tre Comuni sia sull’istituzione dell’imposta sia sulle percentuali. Un’imposta di soggiorno omogenea su tutta la Carnia, fa notare poi Beorchia sarebbe auspicabile, se fattibile: vanno trovate delle convergenze su situazioni molto diverse.

Imposta al mare

A Lignano l’imposta scatterà il primo maggio (fino al 30 settembre). Sarà pagata da chi pernotta nelle strutture ricettive della località solo per le prime 10 notti di permanenza. Le tariffe variano a seconda delle tipologie di struttura e dei servizi offerti. Si va da un minimo di 40 centesimi a notte per gli alberghi a 3 stelle a 1,30 euro per quelli a 5 stelle.

A Trieste partirà dal primo giugno: da 2,50 euro per un hotel a 5 stelle a 1,20 per un albergo a una stella, fino a 1 euro al giorno per il campeggio. La tassa sarà applicata fino a un massimo di 5 pernottamenti consecutivi. A Grado invece è già stata introdotta dal primo marzo: si applica per un massimo di 14 pernottamenti consecutivi, da 80 centesimi negli alberghi a 1 o 2 stelle a 1,80 euro a notte negli alberghi a 5 stelle.

Imposta ad Aquileia

L’imposta è stata applicata dal primo aprile per un massimo di 14 pernottamenti consecutivi da un minimo di 50 centesimi per gli alberghi a 1 stella a 1,50 euro per gli alberghi a 5 stelle. Così come negli altri Comuni sono previste delle esenzioni per minori, volontari, diversamente abili, soggetti che soggiornano per esigenze lavorative.

Federalberghi

«Al termine di una serie di confronti e di incontri – afferma la presidente di Federalberghi Fvg Paola Schneider – abbiamo accettato la tassa di soggiorno soprattutto una volta definite le percentuali di destinazione dei ricavi dell’imposta». «Ritengo inoltre positivo – aggiunge poi la presidente regionale degli albergatori – che sia stato istituito un tavolo di lavoro al quale sono seduti anche i rappresentati degli operatori economici e delle varie categorie.

Adesso, questo è certo, dovremmo capire se effettivamente la tassa di soggiorno funziona o se, come purtroppo accade in molti altri Comuni d’Italia, le risorse verranno destinate per la promozione e per gli investimenti turistici e non, invece, per risanare i bilanci. Questo è proprio quello che si deve evitare e speriamo che ciò non si verifichi anche in Friuli».

«Proprio il fatto – conclude Schneider – di aver messo dei paletti ha sicuramente garantito che la gestione dell’imposta sia più trasparente. Resta un’unica nota dolente. È necessario imbastire una nuova contabilità visto che gli albergatori dovranno diventare degli “esattori”. La mia speranza è che all’inizio ci sia una certa tolleranza se alcuni dovessero commettere involontariamente qualche errore affinché non siano poi loro a rimetterci di tasca propria».

(ha collaborato Tanja Ariis)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

03 aprile 2018

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