Un’attivista di una ong, di origini aquileiesi, fermata dalla polizia a Batman: seguiva le elezioni
di Elisa Michellut
AQUILEIA. È di origini friulane Cristina Cattafesta, l’osservatrice elettorale italiana per l’Hdp fermata domenica scorsa dalla polizia in Turchia. La donna, milanese di 62 anni, è stata bloccata durante un controllo di polizia nella provincia di Batman. Due comunità, Aquileia e Fiumicello, si stringono ai familiari in queste ore di angoscia. Cristina torna spesso in Friuli, nella città romana, ma anche a Fiumicello. La mamma, Alda Aizza, è nata ad Aquileia, dove è vissuta fino all’età di 17 anni, quando si è traferita a Milano.
«Sono molto preoccupata per mia nipote Cristina e anche per mia sorella Alda, che ha 86 anni – racconta Nilla, che risiede a Fiumicello –. Siamo una famiglia molto unita. Sono ore terribili per tutti noi. Siamo sconvolti. Non possiamo parlare e commentare l’accaduto ma c’è tanta preoccupazione. Penso a Cristina continuamente. Oggi (ieri, per chi legge) è anche il suo compleanno. È una ragazza generosa e altruista. La chiamiamo affettuosamente – ci confida la zia di Cristina – Maria Teresa di Calcutta perché tutto ciò che possiede lo dona agli altri. Avrà bisogno di conforto in questo momento e noi, purtroppo, siamo distanti». Nilla trattiene a stento le lacrime. Ha la voce rotta dall’emozione. «Mia figlia sta dando una mano a Silvia, la sorella di Cristina. L’ho vista un mese fa. Il marito Edoardo si era recato a Trieste per lavoro e Cristina l’ha seguito. Sono venuti a trovarmi qui a Fiumicello. Cristina mi ha raccontato che sarebbe partita per la Turchia in vacanza, assieme al marito e ad alcuni amici. A Fiumicello ma anche ad Aquileia si ricordano in tanti di lei. Mia sorella Alda ha abitato nella città romana fino a 17 anni e poi si è trasferita. Cristina è nata e vissuta a Milano, ma ha tanti bei ricordi qui in Friuli. Passava da noi le vacanze quando era piccola. Mi auguro che tutto si risolva e spero che il bene che ha fatto mia nipote, che per me è come una figlia, possa esserle in qualche modo restituito».
Anche ad Aquileia c’è preoccupazione. Monia, del ristorante la Colombara, gestito dalla famiglia Aizza, preferisce non rilasciare dichiarazioni.
Il sindaco, Gabriele Spanghero, manifesta ai familiari la vicinanza della comunità. «Speriamo che la situazione si risolva. Sono sicuramente momenti drammatici. Come amministrazione non possiamo che manifestare la nostra vicinanza ai parenti».
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27 giugno 2018
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