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Aquileia multimediale, una mostra evento a Londra

“The Great Lost City” dal 6 marzo 2015 alla Royal Geographical Society. Il direttore Peter Marshall: «Storia straordinaria ignota ai miei connazionali»

di Fabiana Dallavalle

Aquileia the Great Lost City è il titolo della mostra multimediale che dal 6 marzo 2015 sarà visitabile a Londra alla Royal Geographical Society. Una notizia di non poco conto, visto che l’esposizione, nella sede di una storica, gloriosa istituzione, consentirà ai cittadini britannici, ai moltissimi italiani residenti e ai turisti che ogni anno raggiungono la capitale del Regno Unito di scoprire la storia della città fondata, nel 181 avanti Cristo, come colonia di diritto latino da parte dei triumviri romani Lucio Manlio Acidino, Publio Scipione Nasica e Gaio Flaminio, mandati dal Senato a sbarrare la strada ai barbari che minacciavano i confini orientali d’Italia.

«Gli inglesi amano tutto quello che ha a che fare con la civiltà romana, perché anche loro hanno avuto un grande impero sul quale il sole non tramontava mai». A spiegarlo è lo stesso direttore della mostra, Peter Marshall, già diplomatico, da tempo stabilitosi a Udine, che aggiunge: «Aquileia, nonostante la sua storia straordinaria, è incredibilmente sconosciuta ai britannici». Un gap che potrà essere colmato. Perché effettivamente anche per gli italiani che possono raggiungerla facilmente e che la visitano oggi, Aquileia continua a essere un luogo di grande fascino, ma largamente – come accade molto spesso per i siti archeologici – inafferrabile ai più. Difficilmente, infatti, i turisti riescono a immaginarla – se non con l’ausilio di strumenti virtuali che ne restituiscono tutta la spettacolarità – come la città, divenuta capitale in età augustea della Decima Regio Venetia et Histria, che giunse a superare i duecentomila abitanti. Eppure le vestigia, riportate alla luce grazie agli scavi archeologici, testimoniano ormai da decenni la vita di una città situata in una posizione strategica e crocevia di importanti strade di collegamento con l’Europa balcanica, con un porto fluviale, un foro, un teatro, le terme e molte ville patrizie.

Prosegue Marshall: «Per realizzare il nostro progetto ci sono stati molti incontri con la Fondazione Aquileia, con l’assessore Franco Mattiussi, vicepresidnete della giunta provinciale, e, per la Regione, con l’assessore alla cultura Gianni Torrenti e il consigliere Vincenzo Martines. Tutti loro hanno dimostrato un vero entusiasmo per la mostra, che è un evento lungamente preparato: a interessarsene anche anche Sir Ivor Roberts, già amabasciatore in Italia e ora presidente del Trinity College, che ha informato la presidente della Regione, Debora Serracchiani, dell’intero progetto». L’iter, conclusosi con l’approvazione del finanziamento regionale che attraverso la Fondazione sostiene metà dei costi, garantisce, con il contributo di una banca locale e di altri sostenitori, un’esposizione che lo stesso Marshall sostiene «aiuterà a rinforzare il legame culturale tra la Gran Bretagna e l’Italia grazie a un’immagine di Aquileia cui si restituisce il posto che le spetta: quello di una città dell’impero romano ricca della cultura e della bellezza che tutt’ora scorre nelle vene della regione a cui appartiene». La Società Friulana di Archeologia – conferma Marshall – ha offerto totale supporto alla mostra londinese. E con Giancarlo Piccinin, fotografo e assistente di Marshall al progetto, entrambi hanno avuto l’appoggio del Rotary Club di Gemona, e di Friuli Collinare.

Aquileia dunque sarà, tra neanche un anno, al centro di una vetrina internazionale che darà visibilità anche al Friuli Venezia Giulia tutto, oltre che ad Aquileia, naturalmente, ai suoi beni archeologici e a quella basilica patriarcale, splendidamente mosaicata, che è un vero e proprio gioiello della storia e dell’arte. Conclude Marshall: «Quando i miei concittadini tornano da un viaggio in Friuli Venezia Giulia e dalla visita di Aquileia sono increduli. Non sapevamo nulla dei magnifici mosaici, dicono. La mostra sarà d’ausilio perché ciò possa non riaccadere». Intanto, per consentire di conoscere la storia della città rasa al suolo da Attila nel 452, Alasdair Macleod, direttore delle mostre alla Royal Geographical Society ha già fissato in tre mesi la durata di Aquileia la grande città perduta.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

22 giugno 2014

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