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A Udine non c’è posto, muore in ambulanza nella corsa verso Trieste

L’uomo, 57 anni, era stato colpito da un infarto acuto. La denuncia degli infermieri presentata dal consigliere regionale Novelli alla Digos

di Alessandra Ceschia

UDINE. Un’ora di strada per trasportare in ambulanza il 57enne Andrea Liut all’ospedale di Trieste visto che al Santa Maria della Misericordia di Udine non c’era posto. Troppo per garantire al presidente dell’Asd di Aquileia, colpito da infarto acuto, una reale possibilità di sopravvivenza.

L’uomo è spirato durante il trasferimento nella notte fra il 25 e il 26 maggio scorso in ambulanza, poco prima di arrivare a Cattinara.

Su quella morte ora il consigliere regionale di Forza Italia Roberto Novelli ha presentato un esposto. Tutto è partito da una busta contenente una lettera anonima che è stata recapitata al consigliere regionale nei giorni scorsi.

«Siamo un gruppo di infermiere che non ne può più – esordiva la missiva –, vorremmo gridare al mondo la nostra rabbia per l’ennesima vittima di questo sistema perverso, ma proprio non possiamo, la rappresaglia sarebbe certa e questa, sì, rapida».

Nel documento c’era il racconto di quanto accaduto ad Aquileia fra il 25 e il 26 maggio alle 2 di notte, quando Liut fu colto da forti dolori al petto.

«Viene chiamato il 118 – si legge nella lettera –, parte la Croce Verde di Cervignano, arriva in dieci minuti, viene mandato l’elettrocardiogramma in unità coronarica, l’uomo ha un infarto acuto al cuore, e da qui tutto si fa più confuso, sembra che Udine non abbia posto, allora l’ambulanza si dirige all’ospedale di Palmanova, sale a bordo un medico, l’ambulanza fa dietrofront e corre verso Trieste, ma poco prima di arrivare a Cattinara il paziente si aggrava e muore.

Nel cuore del Friuli – è il commento – di notte senza traffico ci vuole un’ora per portare un uomo con un grave infarto in ospedale. Da Palmanova a Udine 30 chilometri, a Trieste 60, quindi meno di venti minuti per arrivare all’ospedale di Udine, il doppio invece per Cattinara».

Quindi le amare considerazioni del gruppo di infermiere che denunciano come «mentre i soloni della regione si trovano ogni due per tre a decidere i massimi sistemi del 118, gli infermieri restano soli sul campo a tappare i buchi che si aprono dappertutto con i tagli sempre più devastanti di risorse, lasciati allo sbaraglio proprio dai loro capi che si occupano di grandi progetti e il servizio sprofonda sempre di più».

Il consigliere di Forza Italia, dopo aver avviato una prima verifica sulla dinamica dei fatti, si è presentato alla Questura di Trieste e ha depositato un esposto agli uffici della Digos.

«Mi sono sentito in obbligo di presentare l’esposto che denuncia un presunto caso di malasanità sul quale è necessario sia fatta chiarezza – precisa Novelli – nel frattempo

ho mandato una segnalazione all’assessore regionale alla salute Maria Sandra Telesca, chiedendo una verifica della veridicità fatti narrati, nella speranza che l’accaduto non sia imputabile a mancanze da parte del sistema sanitario regionale» conclude.

 

©RIPRODUZIONE RISERVATA

04 luglio 2015

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