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Regione “low cost” su consulenti e viaggi

A fine novembre spesi solo 274mila euro in incarichi. Dai convegni ai mobili rispettata la spending review

di Marco Ballico

Il palazzo della Regione in piazza Unità

Il palazzo della Regione in piazza Unità

TRIESTE La spending review taglia anche nel 2015 consulenze, relazioni pubbliche, missioni, auto, mobili e arredi di Palazzo. Cinque voci per le quali la Regione può spendere quest’anno non oltre 4,8 milioni di euro, una cifra inferiore di un terzo (1,5 milioni) a quanto veniva erogato per le stesse finalità prima che il Friuli Venezia Giulia recepisse le normative nazionali improntate al risparmio.

Le norme Le leggi che riducono il budget sono la Finanziaria regionale 2011 e seguenti, la Stabilità 2013, le “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale” (decreto legge 66 dell’aprile 2014). Norme che la Regione applica pure per il 2015 ma permettendosi, grazie alla specialità, di ritoccare le poste a lavori in corso, fermo restando il tetto dei 4,8 milioni.

Il monitoraggio Una corposa delibera, zeppa di riferimenti normativi che impongono sobrietà, fotografa la situazione al 24 novembre scorso. Il totale della spesa impegnata a quella data è di 3,6 milioni e quindi ben al di sotto dei limiti consentiti. Si è proceduto dunque in linea con le previsioni, anzi meglio. Ma, alla luce del monitoraggio sulle singole voci, la giunta interviene riequilibrando le risorse.

Le consulenze La premessa è che per ciascuno dei cinque “titoli” è d’obbligo un taglio rispetto a quanto stanziato gli anni scorsi. Per studi e incarichi di consulenza, inclusi quelli conferiti a pubblici dipendenti, come dettato dalla Finanziaria 2014 (effetto della manovra 2011), la Regione può erogare nel 2015 non oltre il 75% del limite di spesa per il 2013. Si dovrebbe scendere da 1.593.156 euro a 1.194.867, ma la giunta, visto anche l’impegno a fine novembre di soli 274.528 euro, ritiene possibile un ulteriore contenimento e abbassa il tetto a 1.033.353 euro.

L’autonomia «Non è naturalmente necessario che a dicembre si raggiunga quella cifra – fa sapere il direttore generale Roberto Finardi cui compete il contenuto della delibera –. Si tratta di quote di massima e non sono esclusi risparmi a fine anno.

Più in generale, data la nostra autonomia che ci consente di interpretare i limiti di spesa fissati a livello nazionale per giungere a una distribuzione interna più consona alle esigenze della Regione, siamo intervenuti redistribuendo i fondi a disposizione».

Rappresentanza Lo stesso accade per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza. In questo caso il diktat è della Finanziaria 2011 che impone la riduzione del 20% rispetto alla media del triennio 2007-2009: da 2.229.542 si scende a 1.783.633 euro. Anche stavolta, non trattandosi di esigenza prioritaria, e con 1.231.874 euro già impegnati, si può “sforbiciare” a 1.563.500 euro.

Missioni Come sopra per le missioni. È sempre la Finanziaria 2011 a introdurre il -10% sulla spesa del 2009, con la conseguenza che per il 2015 il quantum per le missioni è di 1.593.426 euro. Impegnati 1.469.163 al 24 novembre si può abbassare l’asticella ancora un po’: 1.525.728 euro.

Autovetture Su due materie, invece, si sale rispetto al preventivo. Innanzitutto su acquisto, manutenzione, noleggio e esercizio di autovetture, «non ulteriormente comprimibili alla luce delle esigenze di un doveroso ed efficace svolgimento dell’attività istituzionale». Si doveva scendere al 30% di quanto speso nel 2011 (e quindi a 200.055 euro, compresi 15.000 euro delle Province posto che la Regione è subentrata agli enti di area vasta sulle competenze del lavoro), ma la posta risulta insufficiente (il monitoraggio parla di 601.790 euro già impegnati) e viene alzata a 640.000 euro.

Mobili e arredi In aumento anche la voce mobili e arredi (che per la legge di Stabilità 2013 non poteva superare il 20% della spesa media sostenuta nel 2010 e nel 2011), altra priorità dovuta a «incomprimibili esigenze di garantire una miglior funzionalità delle strutture». Si passa perciò da 28.513 a 37.932 euro. A conti fatti, somma dopo somma, lì dove prima della spending review si utilizzavano 6,3 milioni di euro, ne bastano ora 4,8, il 32% in meno.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

04 dicembre 2015

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