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    Unioni, è bagarre nel Pd su Monfalcone o la Bassa

    La segreteria provinciale punta sulla città dei cantieri, mentre quella locale vorrebbe andare con Aquileia. Attacco al sindaco per non essersi espresso

    di Antonio Boemo

    GRADO. La segreteria provinciale del Pd, il presidente della Provincia, Enrico Gherghetta, il consigliere regionale del Pd, Diego Moretti hanno espresso la chiara opinione che Grado debba par parte dell’unione territoriale che vedrà come capofila Monfalcone. Ma a Grado gli esponenti del Pd locale, non la pensano così, tanto da aver chiaramente scelto di optare per l’unione della Bassa friulana dove c’è Aquileia. L’abbinamento Grado-Aquileia, ritenuto in assoluto il più logico torna d’attualità. Ma la Regione ha al momento inserito Grado nell’unione del monfalconese e spetta al Comune di Grado esprimersi ufficialmente (entro il 19 aprile) con deliberazione del consiglio comunale. Finora non c’è stata alcuna presa di posizione, il sindaco ha avuto un gran numero di incontri e ha cercato di ipotizzare anche ampliamenti e unioni diverse come quella con il Collio o l’ultima, con Lignano.

    Il Pd ha fatto la sua scelta. La maggioranza degli iscritti (pochissimi i contrari) ha sottoscritto un documento che impegna il direttivo del Circolo e il gruppo consiliare, a perseguire la formazione di un’Unione territoriale con i Comuni della Bassa. Tutto ciò nel corso dell’ultima assemblea durante la quale la segretaria del Pd locale, Angela Giorgione, ha illustrato le linee portanti della Legge regionale, che, in vista della abolizione delle Province, prevede la formazione di unioni intercomunali. Pd di Grado contrapposto a quello provinciale. Attualmente Grado è inserita nella Unione del Basso Isontino, ma la legge stabilisce che i Comuni il cui territorio sia confinante con quello di un’altra Unione possano chiedere l’inclusione in questa, purché sia contermine («quindi – si legge nel comunicato del direttivo del Pd – l’ipotesi strampalata con Lignano proposta dal sindaco Edoardo Maricchio non è assolutamente praticabile; facendo quelle dichiarazioni sulla stampa ha dimostrato a tutti di non conoscere i contenuti della riforma».

    C’è a dire il vero un’altra opportunità per i Comuni con più di 5000 abitanti, quindi anche per Grado: possono non aderire ad alcuna Uti ma questo tipo di scelta prevede la decurtazione di quasi il 30 per cento i trasferimenti di fondi regionali. La scelta del Pd di Grado di collegarsi verso Aquileia è stata illustrata dalla Giorgione che ha evidenziato come Grado sia legata dal punto di vista turistico, economico e sociale al territorio della “Bassa Friulana” da una lunga serie di eventi storici. «La “Bassa Friulana” – afferma il Pd – non è per Grado un’area disomogenea, ne turisticamente ne culturalmente, e non c’è timore di essere subalterni a città con più abitanti, in quanto grazie a un emendamento proposto dal Pd di Grado all’assessore regionale Panontin, si è riusciti a ottenere maggior “peso ponderale” come Comune turistico». L’attacco al sindaco e alla maggioranza per non essersi ancora espressi è evidenziato dal direttivo del Pd che afferma che “se l’amministrazione comunale isolana avesse una linea di pensiero precisa avrebbe già potuto approfondire e studiare questo aspetto normativo, ed invece siamo ancora in alto mare». «Il modus operandi scellerato del sindaco – si legge ancora – non può comunque impedire al Pd di Grado di relazionarsi con gli amministratori dei Comuni limitrofi».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    19 marzo 2015

    http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste