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Una necropoli misteriosa: tra i reperti anche un feto e resti di sacrifici animali

Il sepolcreto di Aquileia. L’archeologa Ventura: notizie importanti sul rituale funerario. Il soprintendente Azzollini: questo è il sito friulano piú prezioso

AQUILEIA. Una scoperta particolarmente interessante. Ad Aquileia affiora dagli scavi un’antica necropoli con 87 tombe. Eccezionali i corredi ritrovati, che consentiranno di ampliare ulteriormente la conoscenza della città romana.

Paola Ventura, archeologo funzionario di zona della Soprintendenza, spiega che la prima fase dei lavori ha permesso di riconoscere i livelli raggiunti dagli scavi precedenti, che non avevano avuto carattere esaustivo, tanto che alcune tombe risultavano già allora intaccate. Il recupero è stato completato soltanto ora.

«È stato chiarito – argomenta Paola Ventura – che il Sepolcreto, nella sua lunga durata (confermata almeno dal I al III secolo dopo Cristo), ha visto diversi mutamenti nei piani d’uso, che si impostano su un importante riporto di materiale da distruzione edilizia, probabilmente finalizzato alla bonifica di una zona già allora soggetta a problemi idraulici. È interessante soprattutto notare le sovrapposizioni delle diverse tipologie tombali, ma anche la presenza di apparati piú complessi, per esempio l’utilizzo di anfore come segnacoli o apprestamenti per libagioni di incinerazioni sottostanti. Confidiamo, dalle analisi paleobotaniche, di avere qualche ulteriore elemento per ricostruire l’aspetto interno dei recinti (a esempio la presenza di piante decorative)».

L’archeologa precisa che il successivo scavo delle tombe ora riconosciute, da cui sono rimaste tuttavia escluse alcune fosse, che proseguono in sezione al di là dei limiti dell’area archeologica (va ricordato che il Sepolcreto proseguiva, sia a Est sia a Ovest), ha riguardato 28 inumazioni (di cui una doppia), per lo piú in fossa (ma con evidenza della presenza di casse lignee) o in cassa litica o di laterizi, con contestuale analisi dei resti antropologici per la determinazione di sesso, età o eventuali patologie.

«Si segnala, a esempio – aggiunge Ventura -, la presenza di un feto e di una deposizione prona. In alcuni caso sono stati rinvenuti resti dei calzari. Per le incinerazioni, tutte indirette, con i resti deposti in una cassetta, anfora, olla litica o fittile o in vetro, si è proceduto in genere al recupero del cinerario per proseguire lo scavo in laboratorio, dove sarà possibile procedere all’analisi dei resti ossei e dei corredi interni. Si può anticipare la presenza di diverse coppette in ceramica a pareti sottili, ceramica comune di provenienza orientale, lucerne bollate e balsamari in vetro».

Un dato di eccezionale interesse, infine, è emerso dal recinto II, ricavato in un secondo momento in uno spazio di risulta fra il I e il III secolo, preesistenti. «Ultimato l’asporto delle sepolture – conclude l’archeologa della Soprintendenza – è stato messo in luce un cospicuo livello di ceramica e resti ossei animali, probabilmente testimonianza dei riti che venivano svolti nelle aree funerarie».

Il soprintendente Corrado Azzollini evidenzia che il complesso intervento eseguito sul Sepolcreto mette in risalto, una volta di piú, se ce ne fosse bisogno, tutte le potenzialità e le attrattive del sito archeologico di Aquileia, uno dei piú importanti sul territorio regionale.

«L’attività di ricerca e di tutela svolta dalla Soprintendenza in questo senso – le parole di Azzollini – è fondamentale perché continua ogni giorno a restituire nuovi dati ed elementi che consentono di ampliare la conoscenza della città romana. E contribuisce, come in questo caso, a valorizzare beni già aperti al pubblico, migliorandone la fruizione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

27 agosto 2016

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