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    Turismo, per l’Isola ruolo da protagonista con Aquileia e Collio

    Il sindaco Maricchio guarda a unioni che possano portare sviluppo puntando su offerte più ampie e qualificate

    di Antonio Boemo

    Un comprensorio economico turistico che veda Grado ricoprire l’importante ruolo che ha in ambito provinciale e regionale (in provincia di Gorizia rappresenta circa il 27 per cento del Pil). Ecco allora che la riforma regionale degli Ato territoriali che andranno a sostituire le Province che non ci saranno più, di fatto cancellando anche i confini attuali, dovrebbe comprendere l’inserimento dell’Isola d’oro guardando principalmente proprio all’aspetto turistico, da una parte verso Aquileia, dall’altro magari verso il Collio. In questo senso Grado non ha pressoché nulla da spartire con Monfalcone e diversi altre località del mandamento con il quale avrebbe dovuto inizialmente essere legata. «Ciò che Grado vuole, che noi vogliamo – dice il sindaco, Edoardo Maricchio – è che vengano creati ambiti di sviluppo, in questo caso turistico». Non solamente un insieme generico di comuni vicini ma uno stretto legame di interesse. Se andiamo a leggere oggi l’elenco dei comuni che verrebbero uniti a Grado (ricordiamo, però, che siamo in una fase di concertazione e molte cose possono ancora cambiare) non viene certamente soddisfatta appieno questa esigenza. Grado starebbe, in base all’ipotesi odierna, assieme ad Aiello, Aquileia, Bagnaria Arsa, Bicinicco, Campolongo Tapogliano, Cervignano, Chiopris Viscone, Fiumicello, Gonars, Palmanova, Ruda, San Vito al Torre, Santa Maria la Longa, Terzo, Trivignano, Villa Vicentina e Visco. C’è Aquileia, ci sono anche Cervignano e Palmanova, ma manca il collegamento con l’Isontino, con il Collio. Ecco, sarebbe necessario tornare indietro nei tempi e prendere magari come esempio parte dei confini dell’arcidiocesi di Gorizia che si estendono sino ad Aquileia-Cervignano.

    Per curiosità ricordiamo che inizialmente l’arcidiocesi di Gorizia aveva competenza sino a Tarvisio-Pontebba e comprendeva pure la valle dell’Isonzo e del Vipacco e la Bassa. Solamente dopo il 1818 entrarono a far parte anche Grado e Monfalcone. L’ideale sarebbe creare un comprensorio che tocchi le località più importanti della Bassa, soprattutto Aquileia, per spostarsi dall’altra parte sino a Cormons e il Collio, magari andando a toccare anche Cividale. La conclusione. Indubbiamente Grado e Aquileia, peraltro come era la competenza della prima Azienda di Promozione Turistica voluta e apprezzata da tutti ma, dall’altra parte sino a Cormons e il Collio. Solo così sarà creato un vero e proprio ambito turistico-culturale-economico come si deve, alla pari di quello che dovrebbe avere Lignano (le due località balneari rappresentano il 60 per cento delle presenze in regione). Un tanto anche perché non scompariranno solamente le province ma anche altre istituzioni, per fare un esempio, la camera di commercio sarà una unica regionale. Fatto sta, in ogni caso, che qualsiasi devcisione venga presa dalla regione e qualsiasi sia l’opinione della maggioranza in Comune, le critiche e la contrarietà di certo non mancano oggi e non mancheranno in futuro. Volenti o dolenti la politica soprattutto ma anche l’invidia, le rivalità e gli interessi, sono questi. Ma se Grado è importante deve necessariamente avere anche un ruolo primario nel futuro ambito territoriale e deve avere quei legami che possano consentire uno sviluppo futuro.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    16 luglio 2014

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