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Tassa di soggiorno anche per chi affitta case-vacanza

La modifica introdotta nella legge di bilancio: l’annuncio di Bolzonello dopo l’istanza di Federalberghi

di Michela Zanutto

UDINE. L’imposta di soggiorno si applica anche agli immobili dati in affitto per finalità turistiche. È quanto deciso dalla Regione che, attraverso un emendamento – passato inosservato – contenuto nella legge di bilancio ha fatto diventare realtà il balzello per ogni immobile a finalità turistica. La notizia è stata data dal vice presidente della Regione, Sergio Bolzonello, dopo che Federalberghi, con un comunicato, aveva chiesto regole uguali per tutti sulla tassa di soggiorno, non sapendo che la giunta aveva già fatto i compiti. Così Bolzonello risponde a denti stretti che quella di Federalberghi è la «gaffe dell’anno».

Il vice presidente precisa di non voler entrare in rotta con la presidente di Federalberghi che alla fine si è scusata: «Paola Schneider è sempre solerte nel pungolare la giunta», ha rimarcato il vice presidente che ricorda anche «il tavolo aperto sulla questione. Prima delle vacanze ci eravamo dati appuntamento a gennaio per fare il punto della situazione. Questo alla luce del fatto che abbiamo sempre risolto i problemi con la soddisfazione di entrambe le parti – ha sottolineato Bolzonello –. Ecco la ragione per cui mi sarei aspettato almeno il rispetto istituzionale dei tempi tecnici che ci siamo dati tutti assieme per trovare una soluzione».

Invece Federalberghi ha diramato una nota in cui profila due scenari «inquietanti» nel caso la richiesta non dovesse trovare risposta: «Il primo, di carattere economico – ha elencato Schneider –, conseguente alla rilevante incidenza della componente del comparto extra-alberghiero interessato. Solo a Lignano, il minor gettito dell’imposta potrebbe arrivare addirittura a 600-700 mila euro, risorse perse sul fronte della promozione turistica. Il secondo aspetto è relativo alle gravi ripercussioni in materia di concorrenza e di turbativa del mercato, in particolare tra i diversi soggetti che operano nelle località turistiche o anche nei capoluoghi di provincia. La soluzione? Modificare appunti il decreto del 23 ottobre in modo da estendere l’assoggettabilità a imposta di soggiorno di tutte le forme di pernottamento con finalità turistica presenti nei comuni interessati, a prescindere dalla loro definizione o classificazione nell’ambito della normativa regionale».

Come detto però la Regione aveva già risolto il problema. «La presidente di Federalberghi lamenta le conseguenze di una mancata estensione a tutte le strutture con finalità turistica della tassa di soggiorno introdotta in Friuli Venezia Giulia – ha chiesto ironico Bolzonello –? Peccato che l’estensione sia già stata approvata. L’assoggettabilità alla tassa di soggiorno per tutti gli immobili a finalità turistica era stata richiesta, giustamente, in sede di tavolo tecnico di confronto ed è stata recepita già nel collegato alla Finanziaria regionale, più precisamente all’articolo 2, commi 13 e 14. Forse siamo stati troppo efficienti, forse la presidente di Federalberghi poteva informarsi meglio oppure contattare i nostri uffici prima di esporsi alla gaffe dell0anno».

La tassa di soggiorno è stata approvata in via definitiva lo scorso ottobre e scatterà dal 2018. Il Friuli Venezia Giulia arriva tra gli ultimi in Italia nell’adozione del balzello, ma con forti elementi di novità rispetto alle altre regioni. Su tutti il meccanismo dell’intesa. «Siamo gli unici a prevederlo – ha commentato il vicepresidente Bolzonello –. Me lo sono inventato memore dell’esperienza da sindaco: i Comuni che vorranno applicare la tassa e che beneficeranno di un gettito superiore a 50 mila euro dovranno arrivare a un’intesa con le associazioni più rappresentative e PromoTurismo Fvg». Così si eviteranno le insoddisfazioni (per utilizzare un eufemismo) manifestate dagli operatori di diverse parti d’Italia per l’uso del gettito prodotto dal balzello. La forbice fissata dal Consiglio regionale per la tassa va da un minimo di 0,50 euro (diminuito a 0,30 per i campeggi) a un massimo di 2,50. Quanto alla divisione della torta, finanzierà nella misura minima del 35 per cento investimenti finalizzati a migliorare l’offerta turistica e la sua fruibilità, e nella misura minima del 35 per cento servizi e interventi di promozione dell’offerta turistica dei territori. La palla è dunque in mano ai Comuni, ma il controllo resta alla Regione. «Gli enti – ha concluso Bolzonello – devono infatti trasmettere i rendiconti all’assessorato per il controllo finale».

30 dicembre 2017

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine