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«Sul Troi di Aquileie»: il moderno viandante narrato da Romanini

Presentato il libro in lingua friulana sul “Cammino celeste” Bolzonello: non è solo una partita turistica ma anche culturale

di Melania Lunazzi

Lo avevamo annunciato che il 2016 sarebbe stato un anno importante per i cammini sacri del Friuli Venezia Giulia. Un anno designato alla valorizzazione di tutti quegli itinerari, antichi o di ispirazione moderna, che ritornano sulle tracce dei pellegrini di un tempo. Per andare alla scoperta di paesaggi e piccole località meno note, ma belle e ricche di proposte. Sentieri che tracciano la storia di un popolo e della sua terra. Cammini spirituali che da secoli avvicinano genti di paesi confinanti.

Il 2016 è, ufficialmente, stato designato dal ministro Franceschini come l’anno nazionale dei cammini ed è anche il decennale della creazione del Cammino Celeste, uno dei cammini più importanti della nostra regione. Un itinerario religioso internazionale di settanta chilometri che si snoda fra Italia, Austria e Slovenia e fa convergere i pellegrini dei tre paesi al Monte Lussari, luogo di culto particolare, da secoli meta di venerazione della Vergine Maria.

A celebrare il decennale esce ora un prezioso libretto di Christian Romanini, edito dall’associazione Glesie Furlane con il contributo della Regione. Si intitola «Sul Troi di Aquileie», che è il nome friulano del Cammino Celeste.

Redatto esclusivamente in lingua friulana, l’agile volumetto racconta la visione del viandante moderno, Romanini appunto, durante la sua esperienza di attraversamento a piedi delle prime quattro tappe del Cammino Celeste: da Barbana ad Aquileia, da qui ad Aiello del Friuli, poi a Cormòns e, infine, a Castelmonte. Lo fa con un occhio attento alle radici della propria terra.

Natura, emozioni, episodi della storia del Friuli, citazioni dalle scritture sacre, la partecipazione affettuosa di quanti Romanini incontra nelle comunità che attraversa. Il tutto arricchito da cinque “lettere” ricevute in omaggio da altrettanti amici e rivolte al figlio Lorenzo: pre Tonin Cjapielâr, dell’associazione Glesie Furlane; Gabriele Pelizzari, professore all’Università Cattolica di Milano; Enos Costantini, curatore editoriale della rivista Tiere Furlane; Paolo Petiziol, console della Repubblica Ceca e presidente dell’associazione Mitteleuropa e pre Roman Michelot, già presidente di Patrie dal Friûl.

«Questo volumetto – ha detto il vicepresidente della giunta regionale, Sergio Bolzonello, durante la conferenza stampa di presentazione organizzata nel palazzo in Regione – si innesta su una delle mete che noi come regione Friuli Venezia Giulia e promoturismo vogliamo andare ad esplorare e proporre sia ai nostri concittadini, ma anche a coloro che vengono a trovarci e godere della nostra ospitalità».

«La partita dei cammini dal punto di vista commerciale ora è molto in voga – ha continuato il vicepresidente –, ma noi pensiamo che questo progetto sia qualcosa di più e possa diventare prima di tutto culturale. Un modo per raccontare una terra che ha avuto nei secoli molte contaminazioni e che oggi ha la fortuna di essere uno dei territori più centrali d’europa».

«Interessarsi del Friuli – ha detto Romanini – non significa chiudersi nei propri portoni. Questa è stata la motivazione che mi ha portato a mettere su carta le mie impressioni. Ho sentito il bisogno di rallentare perché solo a piedi entri in una dimensione adatta e con la giusta preparazione interiore. Perché questo è prima di tutto un viaggio dell’anima. Un modo per dare un piccolo contributo alla conoscenza del nostro territorio e delle nostre radici. È per questo che ho dedicato ilvolume a mio figlio Lorenzo, che ha solo tre anni. Per fargli conoscere la friulanità e le vere radici della nostra terra».

Il libro sarà presentato giovedì 31, alle 18, alla Libreria Odòs dall’autore, che dialogherà con il giornalista Alessandro Di Giusto.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

25 marzo 2016

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