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Stop allo shopping nei festivi: esentati altri quattro Comuni

Aquileia, Forni di Sopra, Sutrio e Rigolato nell’elenco dei municipi turistici. In lista d’attesa Cividale. Cgil, Cisl e Uil: i sindaci vigilino il 25 e 26 dicembre

di MIchela Zanutto

UDINE. È scattata la corsa al Comune turistico. Dopo la conferma accordata dal Tar alla legge sulle chiusure festive obbligatorie e in attesa della sentenza della Consulta, le amministrazioni hanno bussato alla porta della Regione chiedendo fosse riconosciuto lo status che deroga alle chiusure. Ora anche Aquileia, Forni di Sopra, Sutrio e Rigolato potranno tenere le serrande alzate.

In questi giorni passerà in giunta anche la richiesta di Cividale. Insieme a Lignano, Grado, Tarvisio e Trieste, sale dunque a otto il conteggio dei Comuni a prevalente economia turistica (nove se si conta anche Rivignano/Teor, dove la deroga è consentita dal 28 ottobre al 2 novembre), ma la lista è destinata a crescere. Intanto, in vista di Natale e Santo Stefano – due altre chiusure imposte per legge – si profila una tregua armata fra grande distribuzione e Regione.

Da fonti sindacali trapela la scarsa volontà delle proprietà a tenere i negozi aperti (in molti casi non è stata nemmeno sondata la disponibilità dei dipendenti al lavoro festivo). Ma è soltanto una fase, in attesa della pronuncia dei giudici costituzionali in calendario ad aprile.

Cgil, Cisl e Uil del commercio invitano a non abbassare la guardia, richiamando i Comuni al loro compito di controllori: «Il Tar ha respinto i ricorsi contro le chiusure festive, pertanto dal primo ottobre la legge 4 del 2016 è in vigore e c’è l’obbligo delle dieci chiusure festive – sottolineano Susanna Pellegrini (Filcams Cgil), Adriano Giacomazzi (Fisascat Cisl ) e Matteo Zorn (Uiltucs Uil) –. Natale e Santo Stefano sono le prossime chiusure obbligatorie: finalmente dopo anni di aperture straordinarie, i lavoratori del commercio potranno passare con i propri cari le festività che da sempre sono dedicate agli affetti familiari.

La legge è in vigore ed è chiarissima, come segreterie regionali ci aspettiamo che i Comuni svolgano il loro ruolo e vigilino sulla sua applicazione».

Il primo banco di prova della legge regionale, approvata l’8 aprile, cadeva il primo novembre. Ma a Ognissanti, con una pioggia di domande di sospensiva (24 per l’esattezza), Bennet, Despar, Billa, Pam Panorama, Limoni e La Gardenia avevano chiesto, e ottenuto, la revoca delle chiusure obbligatorie arrivata sul filo di lana, il pomeriggio del 31 ottobre, attraverso un’ordinanza presidenziale.

I singoli marchi della Gdo avevano impugnato semplici comunicazioni inerenti le chiusure diffuse dalle amministrazioni comunali. E già alla fine di novembre arriva la marcia indietro del Tar che, depositando cinque ordinanze, blindava la norma regionale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

22 dicembre 2016

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