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Sta per finire l’assedio ad Aquileia

Tra 2-3 anni il via ai lavori per realizzare della complanare. Così sarà possibile togliere il traffico dal cuore della città imperiale

Molti centri della nostra regione, attraversati da strade regionali, devono fare ogni santo giorno i conti con i problemi di traffico e inquinamento causati dal traffico, in particolare quello pesante. L’unica soluzione escogitata finora è stata la costruzione di complanari capaci di portare all’esterno tutti i veicoli in transito.
E’ stato così nel caso di Colloredo di Monte Albano e di Cervignano. La stessa soluzione è stata applicata a Dignano dove sono da poco cominciati i lavori per la variante, che però ha provocato forti polemiche e sta causando più di qualche problema ai residenti dell’area dove sarà realizzata.
Non dovrebbero invece esserci problemi per la variante di Aquileia, invocata da almeno una trentina d’anni che però richiederà ancora qualche anno per essere realizzata. L’antica città imperiale è letteralmente tagliata in due dalla strada regionale 352 creando non pochi problemi soprattutto nel periodo estivo, quando migliaia di veicoli si dirigono da e verso Grado. In passato ci aveva provato la Provincia a trovare una soluzione.
Il primo tentativo dopo tanti anni di attesa
Nel 2016 fu presentato il progetto preliminare per la variante da 4 milioni e 350 mila euro che a est partiva dalla regionale 352, lunga 3,5 chilometri di cui 3 da realizzare ex novo e 500 metri sfruttando la viabilità comunale diretta alla zona artigianale di Aquileia. La nuova strada secondo il progetto attraversava un’area agricola e prevedeva la realizzazione di 5 rotatorie, in corrispondenza di altrettanti incroci.
Il progetto proposto dai tecnici di Palazzo Belgrado è rimasto sulla carta perché poco dopo è avvenuto il passaggio di competenze alla Direzione regionale infrastrutture. Si risente parlare del progetto solo nel settembre dello scorso anno, quando la Regione, a seguito di un incontro fra i vari soggetti interessati, parla di un nuovo elaborato scelto tra sei ipotesi progettuali, che tiene maggiormente conto delle attese della popolazione e delle aspettative degli operatori, limitando l’impatto sulle proprietà agricole. In tale sede l’assessore regionale Maria Grazia Santoro aveva anche assicurato che i fondi necessari sarebbero stati inclusi nella legge di stabilità.
L’appello  degli archeologi friulani per liberare il Foro romano
Nelle more di notizie più precise sul nuovo progetto, la Società friulana di archeologia in questi giorni ha ribadito che la strada che attraversa il Foro romano andrebbe spostata, liberando il foto stesso da un limite insormontabile per la sua completa valorizzazione. Anzi la stessa associazione si chiede se grazie agli unici milioni di euro stanziati a favore di Aquileia dal ministero dei Beni e delle attività culturali sia possibile procedere finalmente in tale direzione.
A basso impatto ambientale
Stando a quanto ci hanno spiegato il sindaco di Aquileia, Gabriele Spanghero, e il suo assessore alle infrastrutture, Alviano Scarel, il progetto sul bypass va avanti ed anzi sta prendendo forma nel senso di ridurre al massimo l’impatto ambientale adottando. Temiamo servirà ancora del tempo, perché Fvg Strade dovrà recepire le varie indicazioni e dare forma al progetto definitivo – ammesso e non concesso che la nuova Giunta regionale non rimescoli le carte – per poi partire con il bando di gara. Insomma, se tutto va bene, serviranno ancora due o tre anni. Quanto al discorso sulla strada regionale che attraversa il foro è piuttosto complesso in quanto si tratta di un percorso indispensabile a collegare diverse parti della città ed eliminarlo completamente non sarà possibile. “Per altro – ci hanno spiegato i due amministratori –  dovremmo realizzarne comunque una nuova strada magari comprendo altri resti. In questi anni abbiamo perciò escogitato una strategia diversa: realizzare una piccola tangenziale per togliere il traffico che non interessa direttamente Aquileia e avviare un concorso di per riqualificare il tracciato urbano in senso turistico e a servizio della cittadinanza che preveda ovviamente la riduzione dell’impatto attuale”.

http://www.ilfriuli.it/index.aspx