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Ripudiata Monfalcone Grado “esce” dall’Uti per stare con Aquileia

Arriva in Consiglio comunale l’atto da trasmettere alla Regione Raugna: «Omogeneità sociale, economica più il ruolo turistico»

di Antonio Boemo

GRADO. Uscire dall’Uti Carso Isonzo Adriatico per passare all’Uti dell’Agro-Aquileiese. È l’indicazione della maggioranza che sarà votata questa sera in Consiglio comunale a Grado. Via da Monfalcone, dunque, per legarsi con Aquileia. «Il principio di obbligatorietà della partecipazione alle Uti – dice il sindaco Dario Raugna – ha cambiato lo scenario e le riflessioni finora svolte: si rende, infatti, necessario tornare sulla questione della costituzione delle Uti e chiedere all’aula di esprimersi nel merito».

La breve cronistoria ricordata dal primo cittadino e dalla sua maggioranza parte dal fatto che l’inserimento del Comune di Grado nell’Unione Territoriale Intercomunale Carso Isonzo Adriatico è stato disposto deliberazione della Giunta Regionale del luglio 2015 «nel pieno di una crisi politica gradese che a breve (il 26 agosto 2015) avrebbe portato allo scioglimento del Consiglio comunale». Proprio durante il periodo di crisi in Comune avveniva la definizione degli ambiti territoriali delle Uti e in questa situazione Grado era di fatto impedito «qualsiasi partecipazione alla discussione necessaria per giungere alla definizione degli ambiti».

A distanza di due anni dalla definizione degli ambiti territoriali delle Uti la maggioranza è ora, invece, in grado di esprimere una proposta da inoltrare all’assessore per le autonomie locali che inserisca Grado in un diverso ambito territoriale. La scelta di passare all’Uti con Aquileia è spiegata con il fatto che «l’isola di Grado ha sempre avuto una storia di autonomia e, in qualche modo, di separatezza dal resto del territorio – evidenzia ancora Raugna – al punto da avere sviluppato caratteri propri». E aggiunge: «Naturalmente, di fronte alla scelta obbligata di partecipare a organismi istituzionali che ne limiteranno inevitabilmente l’autonomia, è ovvio che la scelta non possa che essere orientata verso quelle realtà che le sono più vicine per storia, cultura o semplicemente per una migliore integrazione economica». Ecco il perché della scelta dell’Uti dell’Agro Aquileiese che «risulterebbe essere meglio integrato e integrabile con il contesto e l’economia gradese, anche a fronte di un rapporto millenario che fonda le sue basi sin dalle origini del Castrum».

«Crediamo inoltre che sia decisiva, nella valutazione del criterio per l’articolazione territoriale ottimale delle Uti, l’omogeneità sociale ed economica. In tal senso il ruolo del turismo balneare e dell’indotto collegato, elemento centrale e più rilevante dell’economia locale oltre che motore di sviluppo per il futuro di Grado, si integra perfettamente con il turismo culturale che caratterizza Aquileia e Palmanova, entrambe facenti parte dell’Agro Aquileiese».

E c’è l’ulteriore specifica che il territorio di Grado ha una forte vocazione agricola (Fossalon e Boscat) che si integra con l’economia delle altre realtà e, nel complesso, anche le dimensioni demografiche dei comuni di quell’ambito non presentano squilibri che, al contrario, sono «evidenti» nell’Uti Carso Isonzo Adriatico dove il Comune di Monfalcone risulta di gran lunga quello più popoloso. Se questa sera passerà l’atto di indirizzo, cosa che appare scontata, sarà formulata istanza alla Regione per il trasferimento, dopo avere acquisito il parere di entrambe le assemblee interessate, al cambiamento del Comune di Grado da Monfalcone a Grado.

@anboemo

©RIPRODUZIONE RISERVATA

16 febbraio 2017

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