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Quei fondi tagliati ad Aquileia e il disinteresse dell’assessore

Il presidente della Fondazione, Zanardi Landi, sul taglio di 2 milioni di euro nel bilancio di previsione regionale alla dotazione finanziaria dell’ente: “Confidiamo nel governatore Fedriga affinché si possa uscire dallo stato di quasi paralisi e di incertezza che negli ultimi mesi ha rallentato il programma di valorizzazione teso a ridare ad Aquileia le posizioni che le spettano nel panorama culturale europeo”

di Antonio Zanardi Landi*

UDINE. Da Vienna, dove mi trovo insieme al direttore della Fondazione per negoziare con il Kunsthistorisches Museum il prestito dei più importanti reperti archeologici aquileiesi scoperti negli anni in cui quella parte del Friuli era territorio dell’Impero austriaco, per una mostra destinata a celebrare i 2200 anni dalla fondazione di Aquileia, dalla stampa regionale apprendo del taglio di 2 milioni di euro nel bilancio di previsione regionale alla dotazione finanziaria della Fondazione Aquileia.

Agli amministratori di una Fondazione non fa mai piacere vedere una riduzione delle risorse finanziarie destinate alle attività, tanto più che 2 milioni rappresentano una riduzione di due terzi del contributo regionale previsto per il 2019. E le attività programmate per il prossimo anno sono molte e urgenti.

Eppure devo riconoscere che la decisione dell’assessore Zilli è razionale e conseguente. Essa è infatti perfettamente in linea con l’atteggiamento e il trattamento riservato alla Fondazione ed ai progetti di valorizzazione in corso dall’assessore alla Cultura, dottoressa Gibelli, che nei confronti delle nostre attività dimostra quello che appare un marcato disinteresse.

Dal giorno del suo insediamento, nonostante ripetute richieste, la Fondazione non è riuscita ad ottenere un momento di riflessione comune con l’assessore, come non è riuscita ad esporre compiutamente i grandi programmi in cantiere, resi possibili dall’Accordo Stato Regione che trasferisce alla Fondazione la gestione dei due musei aquileiesi, della totalità delle aree e di alcuni importanti (ed in stato di vergognoso degrado) edifici storici, quali Palazzo Brunner e l’Ala Est di Monastero.

Per interventi sul patrimonio storico e artistico di Aquileia sono stati stanziati dal Mibact 11 milioni di euro, a cui si aggiungono tre milioni di finanziamenti europei.

Da mesi, in perfetto e unanime accordo con il Consiglio di amministrazione della Fondazione, chiedo un confronto con l’assessore Gibelli per avviare una seria e approfondita programmazione degli interventi che andranno realizzati dalla Soprintendenza e dal Polo Museale e che andranno ad aggiungersi a quelli avviati dalla Fondazione.

È ovvio che, senza un adeguato e autorevole coordinamento, avremo una serie di realizzazioni “scucite” e che non contribuiranno a fare di Aquileia un sito organico, sinergico, fruibile e “leggibile” anche ai visitatori non dotati di specifiche conoscenze archeologiche e storiche.

Rischiano di ripetersi i patologici e gravissimi casi dell’Essiccatoio Nord (4 miliardi di lire di investimenti pubblici a fine degli anni 90, incompiuto ed ora in stato di totale abbandono), dell’Ala Est di Monastero (acquisito dalla Soprintendenza, mai utilizzato ed ora crollante) e di Palazzo Brunner (3 miliardi di lire investimenti, mai utilizzato e in stato di abbandono).

L’assessore Gibelli è in realtà venuto almeno due volte ad Aquileia, ma in occasioni in cui ogni scambio di idee non era possibile (inaugurazione del MAN) o in cui il presidente della Fondazione non era stato richiesto di essere presente.

Il progetto di inclusione di Grado nel perimetro del sito Unesco Aquileia è stato annunciato senza alcuna concertazione, né informazione, della Fondazione (il che è bizzarro, se si tien conto che la Fondazione dovrà avere un ruolo attivo e propositivo per ottenere dall’Unesco la modifica del perimetro del sito).

Le mail e le richieste di incontro con l’assessore Gibelli rimangono senza riscontro. Ciò non può non stupire chi, a titolo gratuito, presta la sua opera per la valorizzazione di Aquileia, con risultati che non sta a me valutare, ma che i media e il mondo accademico sembrano giudicare ottimali e che hanno determinato un balzo in avanti nei flussi di visitatori e della conoscenza di Aquileia in Europa e a livello internazionale.

Fortunatamente, il disinteresse dell’assessore alla Cultura non sembra essere condiviso dal presidente della Regione, che alla Fondazione ha concesso ascolto, attenzione e incoraggiamento.

Confidiamo pienamente in lui perché riporti Aquileia nella giusta posizione nel quadro delle attività culturali, promozionali e di valorizzazione del patrimonio regionale.

E soprattutto confidiamo nell’azione del presidente Fedriga affinché si possa uscire dallo stato di quasi paralisi e di incertezza che negli ultimi mesi ha fortemente rallentato il programma di valorizzazione volto a ridare ad Aquileia, in tempi non biblici, le posizioni che le spettano nel panorama culturale europeo.

*presidente della Fondazione Aquileia

17 novembre 2018

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine