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Menomata dopo l’incidente, il caso in tv

La mamma di Alessandra Clama ieri a “Mi manda Rai Tre”. «Quei platani sono ancora un pericolo»

di Elisa Michellut

CERVIGNANO. Il “caso” di Alessandra Clama, la trentunenne di Cervignano rimasta in stato vegetativo con minima coscienza dopo essere stata coinvolta in un terribile incidente stradale accaduto il 20 aprile 2010 ad Aquileia, lungo la regionale 352, approda sulle reti televisive nazionali. La puntata di ieri della trasmissione televisiva “Mi manda Rai Tre” è stata dedicata proprio ad Alessandra.

La giovane aveva 25 anni quando rimase coinvolta nell’incidente. Stava andava al lavoro, perse il controllo della sua auto e finì contro uno dei platani che costeggiano la carreggiata, che, secondo la madre, «in quel punto non ci doveva stare, essendo a una distanza dal margine della strada di gran lunga inferiore a quanto prescritto, non protetto da guardrail e neppure segnalato».

In studio c’erano la mamma di Alessandra, Donatella De Bernardi, Andrea Milanesi, direttore tecnico sinistri complessi di Studio 3A, società specializzata nella valutazione delle responsabilità civili e penali cui i familiari si sono rivolti per avere giustizia, e il presidente di Fvg Strade, Giorgio Damiani. Studio 3A ha citato in causa Fvg Strade e la Regione. «L’anno scorso – commenta la madre – quando è morto sulla regionale 352 un ragazzo di 27 anni, dopo essersi schiantato contro un albero, mi sono sentita responsabile per non essere ancora riuscita a fare in modo che quel tratto di strada venga protetto».

Oggi Alessandra, grazie a un impegno enorme da parte dei familiari, è riuscita a recuperare un certo contatto con il mondo esterno, ma necessità di un’assistenza totale e di cure costosissime. «Quei platani – spiega Milanesi – distano poco più di un metro dal margine della strada, quando l’attuale normativa, datata 1992, prevede una distanza minima di 6 metri.

È vero che il decreto Matteoli impone di preservare gli alberi piantumati prima del 1992: e nessuno chiede di tagliarli, ma ciò non toglie che la legge prevede che vengano messi in sicurezza con guardrail di protezione. Davanti a noi abbiamo un muro chiamato Fvg Strade, che continua a declinare qualunque responsabilità».

Il presidente di Fvg Strade, interpellato a margine, risponde: «Il dramma non lo mettiamo in discussione. Essendoci un contenzioso in piedi, sarà quella la sede in cui discuteremo la perizia e i documenti depositati. Fvg Strade ha garantito la sicurezza. Il limite, in quel tratto di strada è di 70 chilometri orari e i rilievi hanno accertato che il manto stradale era in buono stato.

La società deve garantire la sicurezza tramite i limiti di velocità, la segnaletica adeguata e un buono stato di manutenzione. La normativa sui guardrail prevede determinati presupposti per la collocazione, che in questo caso non ricorrono. Gli alberi sono lì da oltre 70 anni, ci siamo comportati in base alla normativa vigente, che non impone di tagliare le piante antecedenti alla data di entrata in vigore del Codice della strada».

27 gennaio 2016

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