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La Via Crucis trova la basilica chiusa e la messa è celebrata in piazza

Aquileia, singolare conclusione della Via Crucis: sconcerto fra i fedeli. Pare che l’aiutante del parroco si sia addormentato. Il religioso: bazzecole

di Elisa Michellut

AQUILEIA. Hanno partecipato alla Via Crucis organizzata in occasione del Venerdì santo, ma quest’anno qualcosa non ha funzionato. Arrivati davanti alla porta della Basilica, i fedeli e il parroco sono rimasti chiusi fuori. È successo ad Aquileia.

La porta della Basilica era stata precedentemente chiusa a chiave e chi aveva il compito di aprire per permettere al parroco della città romana, don Michele Centomo, di celebrare la messa non l’ha fatto. Pare se ne sia completamente scordato. Il sacerdote si è visto costretto a celebrare la cerimonia religiosa all’esterno della chiesa, in piazza Capitolo. Non è chiaro che cosa sia accaduto.

Secondo i bene informati, l’aiutante del parroco, incaricato di aprire la porta della Basilica per tempo, si sarebbe addormentato. Di certo si sa che una volta arrivati davanti alla chiesa, lo stesso parroco, non avendo le chiavi, ha provato più volte a contattare il suo aiutante, ma invano.

«Evidentemente sarà successo qualche disguido – commenta la Socoba, Società per la conservazione della Basilica -. Quella sera non eravamo stati incaricati di aprire la Basilica, ha organizzato tutto la parrocchia. Noi siamo responsabili dell’apertura dalle 9 alle 19 e nel caso di eventi promossi dalla Socoba. Se organizza il parroco, invece, si occupa il suo personale anche dell’apertura».

Dovendo fare buon viso a cattiva sorte, il sacerdote, come detto, ha deciso di celebrare il resto della cerimonia in piazza. L’episodio, a dir poco curioso, non ha mancato di suscitare una reazione tra chi si aspettava, come accade ormai da anni, di assistere alla messa in Basilica e non in piazza Capitolo.

«Certo, la piazza è indubbiamente molto affascinante, ma non è una chiesa – commenta una signora che ha preso parte alla Via Crucis -. Il fatto che una cosa simile si sia verificata proprio ad Aquileia, definita culla del Cristianesimo, in una giornata così importante per la chiesa come il Venerdì santo, lascia a dir poco sorpresi. Capisco che l’aiutante di don Michele possa essersi addormentato, ma mi chiedo come mai il parroco non avesse portato le chiavi. Tanta gente era irritata».

Aggiunge un residente: «Ero presente e ho sentito i commenti – assicura -. Certe cose non dovrebbero accadere. Secondo me, bastava organizzarsi meglio e, in una giornata così importante per la nostra chiesa, sarebbe stato auspicabile».

Don Michele Centomo, interpellato, minimizza e non nasconde il suo disappunto. «Non mi risulta alcun problema – le sue parole -. Abbiamo concluso la cerimonia all’esterno della Basilica, molto serenamente. Mi dispiace che qualcuno si perda dietro queste bazzecole. Invece di lamentarsi, sarebbe meglio che queste persone pensassero di più alla preghiera che a polemizzare per una porta chiusa».

23 aprile 2014
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