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Incidente nel parcheggio finisce a calci e pugni

CERVIGNANO. È finito all’ospedale dopo l’incidente, ma non in seguito alle ferite riportate nello scontro automobilistico, quanto piuttosto a causa dei pugni che ha ricevuto dal conducente dell’altro veicolo.

È quanto è capitato a un cervignanese di 44 anni in conseguenza a un banale incidente che si è verificato a Cervignano il 13 dicembre del 2014 e che ieri è stato discusso in tribunale. Dopo aver parcheggiato la propria auto in un’area di sosta, l’uomo si era fermato al bar e, mentre sorseggiava qualcosa, aveva intravisto una vettura che, uscendo dal parcheggio, urtava la sua quindi, anziché fermarsi, si allontanava. Senza pensarci un attimo si era lanciato all’inseguimento e, dopo qualche centinaio di metri, era riuscito a intercettare il conducente di quella vettura e a indurlo a fermarsi per chiedergli un risarcimento.

Alla guida dell’auto che lo aveva urtato c’era Roberto Colpo, 43enne di Aquileia. Non appena si fermò, qualche centinaio di metri più in là, si dimostrò tutt’altro che propenso a fare una constatazione amichevole.

Fu a quel punto che Colpo, stando alla ricostruzione della pubblica accusa rappresentata dal pm Andrea Gondolo, prima lo minacciò di mettergli le mani addosso, poi si avventò sulla sua auto danneggiandola a calci, infine lo colpì al volto e al torace con una raffica di pugni. Non pago, sempre secondo la versione dell’accusa, gli afferrò la testa e la spinse contro il muro di cinta di una casa provocandogli lesioni che in un primo tempo furono giudicate guaribili in una quarantina di giorni, una prognosi che in seguito fu ridotta a 15 giorni.

Ieri la vicenda è approdata dinanzi al giudice per l’udienza preliminare Emanuele Lazzaro al tribunale di Udine. Colpo, difeso dall’avvocato Massimo Forni che per il proprio cliente ha chiesto l’assoluzione e comunque l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi, ha scelto la via del rito abbreviato. Ritenendo provata la personale responsabilità dell’imputato, la pubblica accusa ha proposto una condanna a 4 mesi e 15 giorni di reclusione. Istanze cui si è associata la parte civile, rappresentata dallo studio legale Zanfabro e Corsi

Da qui la decisione del giudice che ha condannato l’uomo a 10 mesi di reclusione oltre al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni subiti dalla vittima dell’aggressione. Il giudice ha concesso all’imputato il beneficio della sospensione condizionale della pena, subordinandola però al pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento del danno da effettuarsi nel termine di sei mesi dal passaggio in giudicato della sentenza.(a.c.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

08 giugno 2018

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