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I sindaci al lavoro per la fusione fra i Comuni di Aquileia e Terzo

L’obiettivo è l’ente unico, con 6.300 abitanti e oltre 30 dipendenti, per il miglioramento dei servizi. Spanghero: occasioni da turismo e agricoltura di qualità. Tibald: uno sviluppo anche socio-culturale

di Elisa Michellut

AQUILEIA. I Comuni di Aquileia e di Terzo verso la fusione. Il matrimonio istituzionale è imminente e lo confermano i due sindaci, Gabriele Spanghero per Aquileia e Michele Tibald per Terzo.

Si punta a un unico Comune di 6.300 abitanti con oltre 30 dipendenti.

«In un momento storico come questo – spiega Tibald – penso sia giunto il momento di lasciare da parte i campanili e pensare a quale organizzazione territoriale può garantire migliori servizi ai cittadini». Il sindaco della città romana è dello stesso avviso. «Le dimensioni dei nostri Comuni – rileva – sono ormai insufficienti per far fronte alle sfide, anche relative allo sviluppo, che dobbiamo quotidianamente affrontare».

Da qui l’idea di unire le due realtà confinanti, che hanno una storia e una composizione sociale simile e nelle quali le comunità si integrano. Il beneficio, spiegano i due sindaci, sarebbe quello di poter contare anche su maggiori entrate per far fronte non solo al miglioramento dei servizi, ma anche agli investimenti.

«La nuova realtà – aggiunge il sindaco di Aquileia – potrebbe contare, per il suo sviluppo economico, sulle opportunità fornite dal turismo e dall’agricoltura di qualità». Servizi, infrastrutture, economia, ma non solo. «Mettere assieme due comunità ricche come le nostre dal punto di vista associativo, sociale e culturale – afferma il primo cittadino di Terzo – favorirebbe lo sviluppo socio-culturale dell’intero territorio».

Il percorso di fusione è soltanto all’inizio. Ci sono stati alcuni incontri tra le rispettive giunte comunali e si sta valutando la fattibilità. Non è stata presa ancora alcuna decisione ufficiale.

L’ipotesi della fusione, peraltro condivisa dai locali circoli del Partito democratico e dalle liste che sostengono le due amministrazioni, dovrà essere vagliata attraverso un attento studio di fattibilità. Saranno ascoltate le due comunità e i portatori di interesse.

«Nel momento in cui arriveremo alla fusione – argomenta il sindaco di Aquileia – avremo di sicuro economie di scala in diversi settori, come pure risparmi grazie al taglio dei costi della politica a seguito della diminuzione degli amministratori: questo non può essere, tuttavia, l’unico motivo per andare in questa direzione».

La fusione porterebbe anche benefici finanziari legati agli appositi contributi previsti dalla Regione per incentivare tale tipo di percorsi.

«Oltre al contributo iniziale, che dipende dallo stanziamento che in quell’anno la Regione deciderà di fare – concludono Tibald e Spanghero – nell’arco di 5 anni potremmo contare complessivamente su un milione e 360 mila euro di finanziamenti supplementari. Soldi che dovrebbero essere impiegati per garantire l’avvio del nuovo ente e realizzare infrastrutture necessarie per lo sviluppo».

24 luglio 2016

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine

 

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