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I reperti del Bardo in mostra ad Aquileia

Dal 6 dicembre al 31 gennaio, il Museo archeologico nazionale ospiterà alcune sculture, mosaici e ceramiche in arrivo da Tunisi

02/12/2015

Il museo del Bardo, a Tunisi, è il più antico del mondo arabo e dell’Africa, con una delle più vaste e meglio conservate collezioni di mosaici romani del mondo. Lo scorso 18 marzo subì un attacco terroristico, rivendicato dallo Stato islamico, in cui morirono 24 persone e 45 rimasero ferite. Per valorizzare quel patrimonio e parallelamente lanciare un messaggio che favorisca il dialogo interculturale ed interreligioso contro la barbarie del fondamentalismo, dal 6 dicembre e fino al 31 gennaio il Museo archeologico nazionale di Aquileia ospiterà otto preziosi reperti archeologici concessi dal Bardo, a rappresentare uno spaccato dell’arte e dell’alto artigianato delle province africane in età romana tra il I e il III secolo dopo Cristo.

A fianco dei manufatti aquileiesi, a testimoniare i legami tra l’Alto Adriatico e il Nord Africa in epoca romana, saranno esposti tre sculture (la testa dell’imperatore Lucio Vero da Dougga, la statua del dio Giove da Oued R’mel, la stele funeraria di Marcus Licinius Fidelis, soldato originario della Gallia, che fu sepolto ad Ammaedara), lo splendido mosaico della dea Cerere ritrovato a Uthina, due mosaici di “lottatori nudi in presa” provenienti dal Tepidarium delle terme di Gigthis, e due ceramiche rinvenute nelle necropoli di El Aouja (una brocca decorata a rilievo e un contenitore cilindrico con rappresentazioni di dei e satiri).

La mostra ‘Il Bardo ad Aquileia’, realizzata dalla Fondazione Aquileia in collaborazione con la Soprintendenza archeologia e il Polo museale del Fvg e dall’Istituto nazionale per il patrimonio tunisino, è stata presentata oggi a Roma, nella sede del Ministero dei Beni e delle attività culturali, dal ministro Dario Franceschini, dalla presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, dal presidente della Fondazione Aquileia Antonio Zanardi Landi, dall’ambasciatore di Tunisia in Italia Naceur Mestiri e dall’archeologo e filologo Louis Godart, docente all’Università “Federico II” di Napoli e  consigliere per la Conservazione del patrimonio artistico del presidente della Repubblica italiana. Era presente, tra gli altri, il sindaco di Aquileia Gabriele Spanghero.

“Un’iniziativa culturale di alto livello, che al tempo tesso vuole attirare l’attenzione sull’importantissimo tema degli attacchi portati dal terrorismo fondamentalista al patrimonio culturale di tanti Paesi. Un tentativo che non riuscirà”. Così la presidente della Regione ha definito la rassegna “Il Bardo ad Aquileia”, che sarà inaugurata sabato 5 dicembre e che è stata presentata oggi a Roma, al Ministero dei Beni e delle attività culturali. “Non si riuscirà a distruggere una memoria comune e minare le basi della convivenza tra popoli diversi – ha detto Serracchiani, ricordando attacchi e rapine compiute nel mondo a danni di diversi musei dalla furia iconoclasta.

Per Serracchiani “è necessaria una grande battaglia culturale per opporsi alla violenza”. Per questo occorre “avere gli strumenti per conoscere e capire a fondo il fondamentalismo e mettere in campo una forte alternativa ideale” facendo leva su Università, uomini di cultura, istituzioni ” per poi “trasformare la conoscenza in azioni e comunicazione e adoperarsi con intelligenza nei confronti di chi non riesce a differenziarsi dalla marea montante del fondamentalismo, nella ricerca di un futuro di pace, nel rispetto della vita e dei costumi degli altri”.

“Questa mostra ha un alto valore scientifico ma porta con se anche uno straordinario messaggio per tenere aperte le strade del dialogo e della collaborazione in un momento difficile della storia”, ha confermato il ministro Franceschini. “E’ questo il modo migliore per fronteggiare il terrorismo, di tenere aperti i canali della collaborazione e di costruzione dei valori comuni e di far capire sempre di più che attorno al Mediterraneo vi sono millenni di storia comune che ci devono unire e non dividere “, ha sottolineato il ministro.

“Riteniamo sia oggi utile e doveroso valorizzare queste testimonianze alla luce di quanto accade intorno a noi”, ha spiegato il presidente Zanardi Landi. “Per questo abbiamo deciso che questa mostra sarà la prima di un ciclo più esteso, denominato ‘archeologia ferita’, con cui la Fondazione Aquileia, in collaborazione con la Soprintendenza e il Polo museale del Friuli Venezia Giulia, intende portare ad Aquileia – ha annunciato – altre significative opere d’arte, provenienti da musei e siti colpiti da attacchi terroristici”.

Il progetto ‘Il Bardo ad Aquileia’, sviluppato in collaborazione con la Camera di Commercio di Udine e partner privati, è stato accolto con entusiasmo dal ministro della cultura tunisino, Latifa Lakhdhar, e dal direttore dell’Istituto Nazionale del Patrimonio, Nabil Kallala, come ha indicato l’ambasciatore Mestiri, che ha messo in risalto l’amicizia tra Italia e Tunisia.  Aquileia “scelta come luogo dove un tempo si celebrava  la felice convivenza tra romani, giudei, greci e alessandrini cementata sul rispetto delle altrui religioni e nella capacità di accoglienza”, ha evidenziato l’archeologo Godart. Il catalogo della mostra si apre con le prefazioni concesse dal Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, e dal Presidente della Repubblica di Tunisia, Beji Caid Essebsi.

“L’esposizione ad Aquileia è un gesto di amicizia e la affermazione, convinta e forte, che solo attraverso la riproposizione dei valori della cultura e della storia comune, sarà possibile sconfiggere la cieca violenza e la barbarie di chi vorrebbe proporre infondati scontri di civiltà”, scrive Mattarella, mentre il presidente tunisino sottolinea come “questo male del secolo chiamato terrorismo non ha patria. Di fronte al terrorismo tutti i popoli devono restare uniti nel proteggere il nostro patrimonio comune e rendere il nostro mare Mediterraneo un anello di congiunzione e non un confine”.

“Sicuramente un modo per rilanciare il sito di Aquileia, patrimonio dell’umanità, che può essere ulteriormente valorizzato”, ha concluso la presidente Serracchiani, sottolineando che si tratta di “un’occasione per dire al mondo che abbiamo un patrimonio culturale straordinario, in tutto il Mediterraneo. In questo momento in alcuni casi è un’archeologia ferita, vorremmo che ci possa ritrovare di nuovo ad Aquileia, che storicamente è stata un luogo di incontro e di rispetto delle diversità”.

http://www.ilfriuli.it/