CIVIDALE. Questione di prospettiva, di capacità di visione e di conseguente intraprendenza. A parere di Giuliano Gemo, presidente del comitato organizzatore dell’Unesco Cities Marathon (e deus ex machina del progetto sfociato nel varo dell’unica maratona al mondo con partenza, tappa intermedia e arrivo in tre siti iscritti nella World Heritage List), la vera, la più grande opportunità data dall’evento è per il centro che ospita lo start, non per quello individuato come traguardo. «Il punto – dice in garbata, ma ferma risposta, a chi ha contestato la mancata alternanza fra i luoghi del via e del capolinea, ovvero fra Cividale e Aquileia – è che la città ducale, tramite l’impegno corale di amministrazione e associazioni, dovrebbe attivarsi per far fruttare l’occasione, creando quelle iniziative di contorno che possono stimolare l’arrivo anticipato degli atleti, già il giorno prima della prova e poi, magari, anche un loro ritorno dopo la corsa».
A queste condizioni, assicura Gemo, Cividale si accorgerebbe delle straordinarie potenzialità della chance che le è stata offerta e finora non sfruttata come meriterebbe.
Nell’ultimo biennio, al contrario, si è assistito a un progressivo calo del livello di coinvolgimento, determinato probabilmente anche dallo spostamento della linea di partenza dal centro all’immediata periferia, in via Tombe Romane: non paiono tuttavia profilarsi possibilità di un’inversione di rotta. Idem dicasi per la gara, che continuerà ad essere disputata nel senso Cividale-Aquileia (il percorso in lieve discesa è ovviamente gradito ai maratoneti). Ma tornando allo slittamento dell’asse dal nucleo urbano: «Via Tombe Romane – sottolinea il presidente Gemo – si è rivelata una location eccellente. In centro storico, invece, si erano presentati ostacoli tecnici enormi». (l.a.)
30 marzo 2018
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