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Furto di motori marini, sei arresti

Sgominata la banda che ha agito alla Tavoloni e al Villaggio del pescatore.

Sgominata la banda di ladri di motori marini. Quelli del colpo al Villaggio del Pescatore in cui era stato rubato assieme ad altri motori, il fuoribordo di proprietà dell’ex assessore ai lavori pubblici di Duino, Andrea Humar. Ma anche quelli del raid alla nautica Tavoloni di Monfalcone messo a segno nello scorso luglio. Ad arrestarli sono stati i poliziotti del commissariato in un’operazione congiunta assieme ai carabinieri di Monfalcone. Sei sono le persone arrestate. Sono state bloccate l’altra notte nei pressi di Pieris. Stavano tornando dal marina di Aquileia dove avevano rubato altri motori marini. Gli agenti e i carabinieri ci stavano dietro da settimane. Sono riusciti ad individuarli attraverso i telefonini e poi sono passati all’azione.

Il colpo al Villaggio del pescatore porta la data del 28 gennaio. Fin da subito è apparso evidente che ad agire sia stato un gruppo di persone. Non certo gente sprovveduta, ma organizzata, che ha saputo dove e soprattutto come raggiungere l’obiettivo. Stando infatti ai primi accertamenti della polizia, lo specchio acqueo risulta di notte battuto dai mezzi di vigilanza e anche dai pescatori locali. Non solo: i motori portati via pesavano oltre 150 chili l’uno. Per agire con comodità i ladri avevano provveduto addirittura a spostare le vicine imbarcazioni, in modo da avere i motoscafi presi di mira attaccati alla banchina e prelevare così, con maggior agilità, la refurtiva. Infatti a un’altra barca da pesca era stata tranciata la fune d’ormeggio, L’imbarcazione sciolta di Humar (la Centauro 3 di 6 metri) era poi finita sotto il pontile e aveva ha rischiato l’inabissamento per il levarsi della marea. Alla Nautica Tavoloni di Monfalcone i ladri avevano rubato due motori da 4 tempi e 40 cavalli della stessa marca, e un terzo da 4 cavalli. Era stato prelevato anche un piccolo gommone, frutto presumibilmente però, stando a quanto è stato ipotizzato, di un furto distinto rispetto a quello dei fuoribordo. Anche in questa occasione i ladri sapevano dove mettere le mani lavorando per almeno un’ora e mezza. Avevano svitato infatti con estrema puntigliosità tutti gli elementi e i collegamenti dei motori, prelevandoli senza danneggiare le imbarcazioni. (c.b.)

17 marzo 2014
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