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Ecco Delneri, operazione rilancio

Udinese, lunedì ha firmato un contratto di un anno (più opzione per un altro)

di Pietro Oleotto

UDINE. Mezzogiorno di fuoco? No, meglio mezzogiorno col cuoco: il nuovo chef scelto dell’Udinese per arricchire la ricetta, Gigi Delneri. Roba da far concorrenza ad Antonella Clerici, nostra regina dei fornelli Rai.

Fatevi una risata, serve per stemperare la tensione, tagliare il velo della diffidenza, spazzare le accuse – a volte a boomerang – e il malcontento che si respira nell’ambiente bianconero da sabato sera, dalla notte del fragoroso tonfo contro la Lazio.

Tre a zero. Zero come il gioco dei nostri eroi, ribattezzati prontamente (e troppo facilmente, adesso) la “Legione Straniera”. Non si poteva continuare così: per questo oggi alle 12, nella sala stampa dello stadio, sarà presentato il successore di Beppe Iachini.

Presentare Gigi da Aquileia in Friuli è come proiettare su questi schermi nel 2016 una delle 164 puntate di Rin Tin Tin: le hanno già viste tutti, grandi e piccoli.

Delneri è un pezzo del nostro calcio, anche se da calciatore lui l’Udinese l’ha incrociata per due sole stagioni, alla fine degli Anni 70, con Massimo Giacomini allenatore che gli chiedeva i lanci per centrare la promozione in A (obiettivo centrato) e restare lassù, al piano di sopra.

L’aria che si respirava – ricorderanno gli abbonati di vecchia data – era decisamente diversa. Ecco perché l’operazione rilancio di Delneri, che ha firmato un contratto annuale con opzione per il secondo, sarà più complicata di un semplice “salvataggio” in corsa, come spesso se ne vedono in serie A.

Anche brillanti nella foggia e nei modi: lo scorso anno accadde a Donadoni con il Bologna, non a Gigi che a Verona trovò una squadra già in caduta libera alla quale riuscì tuttavia a dare un’anima.

Forse questa mission impossible ha attirato l’attenzione di Gino Pozzo per il carattere da vecchio guerriero che ha sfoderato il nostro Gigi, mentre l’anagrafe, il fatto di essere un friulano doc, ha convinto il resto della famiglia, preoccupata da un ambiente che si è sfaldato.

Inutile dire che questa è davvero un’occasione unica per ripartire da zero. L’ultima? Può darsi. Di sicuro Delneri dovrà ridare un gioco alla squadra, far capire che ha un cuore anche se arrivano da una banlieue francese o da un campetto di Mar del Plata.

Alla società spetterà poi il compito di far quadrare i conti a livello tattico stavolta, aggiungendo alla rosa i tasselli mancanti, prestando attenzione anche al mercato italiano per riavvicinare la genta alla maglia.

I Pozzo hanno fatto molto per l’Udinese: le hanno dato organizzazione, fama europea, uno stadio all’avanguardia, facendo impresa hanno trovato la forza per acquistare, grazie alle compravendite, il business Watford, club di Premier inglese che potrà portare altri introiti. Un’altra mensa ora.

L’importante è che ora si ricordino che la benzina per questo motore la mettono gli appassionati di questi colori centenari. Ecco, sarà come ripassare al distributore dell’entusiasmo per fare il pieno. Già lo vediamo Gigi con la sua squadra (disposta col 4-4-2 o affini) all’area di servizio. La fila è lunga. Serve il carburante.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

04 ottobre 2016

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