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È nato Telemaco: ad Aquileia tutti pazzi per l’agnellino nano

Nastro azzurro nella fattoria Cumugnai in località Quarta Partita. È la razza più piccola al mondo e può essere utile per le rovine

di Elisa Michellut

AQUILEIA. Si chiama Telemaco ed è un dolcissimo agnellino tutto nero di razza Nana d’Ouessant, la razza di ovini più piccola al mondo. È nato sabato scorso, 21 aprile, nella fattoria Cumugnai di località Quarta Partita e da quel giorno è diventato un’attrazione, ricevendo decine di visite.

Adulti e bambini fanno a gara, tra una carezza e una coccola, per scattare una foto ricordo con lui. L’andatura è ancora un po’incerta, ma Telemaco, incuriosito dal mondo che lo circonda, non perde occasione per esplorare la fattoria. Papà Ulisse e mamma Penelope non lo perdono di vista nemmeno per un secondo.

Alessio Sverzut e Catia Bernardis, proprietari di quella che in futuro diventerà una fattoria didattica, lo osservano con orgoglio.

La coppia di aquileiesi ha un sogno: aumentare il gregge per poi gestire gli sfalci biologici all’interno delle aree archeologiche aquileiesi e in altre zone pubbliche. «La razza nana d’Ouessant – spiega Alessio – deve il suo nome all’isola bretone d’Ouessant, poco più di 1500 ettari battuti da venti e tempeste nell’estremo nord ovest della Francia.

La caratteristica principale è che essendo molto piccole, queste creature non creano danni agli arbusti. Mangiano soltanto l’erba e vengono utilizzate per lo sfalcio biologico.

È la razza più piccola al mondo: sono alte circa 50 centimetri al garrese e pesano tra i 15 e i 23 chilogrammi. Desideriamo aumentare il gregge in modo da poterci proporre per gestire gli sfalci biologici nelle aree archeologiche della città romana e nelle altre aree pubbliche».

Alessio Sverzut sottolinea che in Francia gli sfalci biologici sono molto diffusi. «Ricordo che quando ero piccolo, lungo la via Sacra ad Aquileia, portavano le caprette a brucare l’erba e la zona era sempre ben tenuta. Si potrebbe fare altrettanto nelle varie aree archeologiche, visto che occuparsi della manutenzione non è sempre facile».

Nella fattoria Cumugnai di Aquileia, oltre a Telemaco (il nome, racconta Alessio, sarebbe stato Calipso se fosse nata una femmina), Ulisse e Penelope vivono anche 4 asini, una cavalla, due caprette tibetane, galline, anatre, oche, conigli, due cani da pastore, gatti e ci sono anche le api.

«Il nostro sogno è diventare una fattoria didattica aperta alle visite. Siamo affiliati all’associazione Asinando di Lusevera, un sodalizio che organizza numerose attività con gli animali, asini in particolare. Stiamo anche per acquistare un rustico per poter sviluppare il nostro progetto: una fattoria didattica con azienda agricola biologica.

Sono due anni che stiamo lavorando a questo progetto. Abbiamo già frequentato un corso promosso dall’Ersa e ora siamo pronti per partire. Attendiamo soltanto un ok dalla banca, che speriamo arrivi presto».

25 aprile 2018

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine