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Da Aquileia a Belgrado: il lungo cammino di Sara

Ventotto giorni e 794 chilometri da percorrere a piedi, da Aquileia fino all’antica Singidunum, ovvero Belgrado. Sono questi i pilastri su cui si basa il progetto dell’archeologa milanese Sara Zanni, partita questa mattina proprio dalla bassa friulana e che nel prossimo mese ripercorrerà l’antico tracciato della strada che metteva in collegamento la X Regio Venetia et Histria con la Pannonia e il confine danubiano. Questo cammino è la parte conclusiva di un progetto finanziato dalla Commissione Europea – Fondazione Marie Curie. La Zanni, che lavora presso l’Università di Bordeaux, ha dichiarato che «grazie alle fonti possiamo ricostruire in linea di massima il percorso della strada ma mai prima d’ora si era tentato di ricostruire nel dettaglio l’itinerario utilizzando tutte le tecnologie attualmente a disposizione degli archeologi, verificano i risultati con ricognizioni di superficie». La strada che la giovane archeologa percorrerà è stata interamente mappata grazie alla tecnologia GIS – un sistema informativo geografico che combina immagini satellitari e dati. Un progetto interessante anche se, nonostante il carattere scientifico dell’impresa, ciò che diventa di autentico ed impagabile valore, è il carattere culturale della missione di questa pellegrina contemporanea. Sara Zanni infatti, durante il suo percorso ha già stabilito alcune date dove racconterà dei chilometri percorsi fino ad allora – tutte le informazioni dettagliate si possono comunque reperire sul suo blog personale all’indirizzo reconstructingromanroads.wordpress.com.

Proprio gli incontri all’interno di un cammino, diventano così i punti da unire sulla mappa per formare una figura, un po’ come da piccoli a scuola. «L’itinerario a piedi servirà a divulgare la conoscenza della viabilità antica e a comunicare l’importanza della riscoperta delle proprie radici storiche in una regione anche recentemente sconvolta da conflitti e violenza».

Sono moltissime le persone ormai che si mettono in cammino: chi perché non sopporta lo stare seduto, chi per ragioni emotive, chi perché attratto dalla spiritualità. Le ragioni sono multiple, possono portare anche a scelte violente, strappi con il passato, o la ricerca di quel qualcosa che fino ad allora è mancato, fosse la serenità o il sentirsi finalmente liberi. Sara Zanni fa qualcosa in più: mette insieme un lavoro scientifico – quando vogliono le istituzioni riconoscono facilmente la bontà di un progetto – ad una mappatura culturale, colorata di incontri, di sorrisi e di un elemento fondamentale per far decantare l’estetica della viandanza: chi vuole infatti, può raggiungere la Zanni per uno o due giorni inviando una mail a sara.pellegrina@gmail.com. Lo spirito giusto per far sì che l’emersione di valori positivi non sia più relegata a semplice spettatrice pagante. A patto che non si confonda il cammino con il difetto di competizione, il record e la velocità, e lo si consideri alla stregua di modello di resistenza contemporaneo, fatto di sguardi, comprensioni e nel caso della Zanni, di un brindisi al gusto di acquavite, lungo la Sava comunemente detta rakija. Buon cammino Sara.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

02 settembre 2017

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