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Cividale si candida per avere i fondi non usati dalla Fondazione Aquileia

Il consigliere Novelli si rivolge alla giunta Serracchiani per gli oltre 2 milioni annui concessi dalla Regione. «Oltre 8 milioni ancora nelle casse dell’ente che gestisce il sito Unesco». L’ipotesi tempietto longobardo

di Lucia Aviani

CIVIDALE. Definire un piano di dirottamento di risorse economiche da Aquileia a Cividale, anch’essa iscritta alla World Heritage List, a fronte «dell’incapacità della Fondazione Aquileia di usare l’elevato contributo, più di 2 milioni di euro, assegnatole per legge annualmente dalla Regione».

A lanciare l’input alla giunta Serracchiani è il consigliere Fvg Roberto Novelli, che cavalca un caso sollevato tramite interrogazione (depositata giorni fa), dal collega Rodolfo Ziberna.

Dati ufficiali e inconfutabili, rileva Ziberna, attestano che «più del 50% dei 14.478.000 euro erogati (nella misura di 2 milioni abbondanti l’anno dal 2008 al 2014) dalla Regione alla Fondazione Aquileia, organismo deputato alla gestione del sito Unesco, non è stato speso».

Le casse dell’ente custodiscono, dunque, una somma «superiore agli 8 milioni e mezzo, che potrebbero essere destinati ad altri soggetti».

Solo il 47% del totale del finanziamento conseguito dalla Fondazione è stato impiegato, con andamento che attesta, peraltro, una crescita progressiva nel tempo degli importi messi a frutto.

Resta il fatto che «l’ente ha dimostrato un’oggettiva incapacità progettuale» e di uso del denaro, accusa il consigliere regionale, che chiede alla governatrice e all’assessore competente (definendo «estremamente inopportuno, se non addirittura colpevole, il mancato sfruttamento dei contributi in una congiuntura difficile come l’attuale») come giustifichino la circostanza e se ritengano di procedere a modificare l’atto costitutivo della Fondazione, prevedendo l’assegnazione di sussidi pari a quelli concessi «solo a fronte di piani condivisi dalla giunta Fvg e di rendicontazione sui fondi ricevuti nell’esercizio precedente».

E la città ducale, a questo punto, si propone quale possibile sostituta. «È ora di finirla – attacca Novelli – con gli sprechi di soldi pubblici in un settore strategico come quello della cultura integrata al turismo: la Regione affidi alla nostra città, patrimonio Unesco dal 2011, i 2 milioni di euro di cui la Fondazione Aquileia dovrebbe beneficiare per il 2016.

Al tempietto longobardo, cuore del sito seriale I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, nei primi 8 mesi 2015 sono stati staccati circa 30 mila biglietti. Il titolo Unesco abbraccia, peraltro, anche il Museo archeologico nazionale e il Museo cristiano e del tesoro del duomo: disponibilità economiche sarebbero fondamentali per dar seguito al piano di gestione del sito, strumento che disciplina le obbligatorie azioni di conservazione dei beni insigniti dello status di patrimonio dell’umanità.

Le risorse stanziate per Aquileia potrebbero, anziché restare bloccate su conti correnti, trovare immediata utilizzazione nella folta serie di interventi già

da tempo programmati per i nostri tesori: scavi archeologici, restauri proprio nel tempietto, valorizzazione dei percorsi turistici».

 

«Senza contare – è la chiosa – il completamento dell’opera di risanamento del monastero di Santa Maria in Valle».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

13 settembre 2015

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