di Elisa Michellut
AQUILEIA. Un risultato netto, che non lascia ombra di dubbio. Aquileia e Terzo hanno detto no alla fusione, bocciata dai cittadini di entrambe la comunità con il 66,74% (2.203 voti) dei voti contrari. Il sì ha ottenuto solo il 33,26% (1.098 voti). A Terzo il no ha vinto con il 62, 31% (959 voti) mentre il sì si è fermato al 37,69 (580 voti). Anche ad Aquileia ha vinto il no con il 70,60% (1.244 voti) contro il 29, 40% (518 voti) dei sì.
«Il vento leghista della politica nazionale e regionale ha soffiato forte anche ad Aquileia e ha influenzato, in parte, la decisione sul referendum – il commento del sindaco della città romana, Gabriele Spanghero –. Siamo convinti di aver fatto una proposta per migliorare la gestione del patrimonio pubblico. Forse non siamo riusciti a spiegare a fondo le ragioni che ci hanno spinto a farlo. Resta l’amarezza per un anonimo comitato del no, che ha distribuito i volantini durante il silenzio elettorale fregandosene delle regole».
Andrea Moscatelli, consigliere del Gruppo Misto, è sempre stato contrario e chiede le dimissioni del sindaco. «Dati alla mano, risulta evidente che il sindaco e la sua maggioranza, se può ancora definirsi tale, hanno idee molto diverse rispetto a quelle espresse dai cittadini – attacca Moscatelli –. Il sindaco, che, negli ultimi due anni, si è occupato solo di fusione, prenda atto della netta volontà popolare e della disfatta politica della sua compagine e ne tragga le conclusioni, che possono essere solo le dimissioni immediate».
Il gruppo di opposizione Aquileia 2.0, per bocca di Francesco Zerbin, commenta: «La volontà popolare ha emesso una forte sentenza. Il progetto ha raffreddato i cuori anziché riscaldarli. Ora bisognerà cominciare a lavorare e a dialogare con il proprio territorio. Si è tentato un all-in, che ha prodotto un risultato fallimentare. Il paese ha bisogno di progettare il proprio futuro tenendo a braccetto i cittadini».
Il sindaco di Terzo, Michele Tibald, prende atto del risultato negativo. «Abbiamo evidenziato – le sue parole – quali sono i problemi dei piccoli Comuni e abbiamo fatto una proposta per risolverli. I residenti hanno ritenuto che la soluzione proposta non fosse idonea. È stata comunque un’esperienza positiva, che ci ha consentito di approfondire diversi aspetti. Ha pesato sul voto anche lo scenario politico generale. Non possiamo dimenticare che, anche a Terzo, ha vinto il candidato Massimiliano Fedriga».
Anche la civica di opposizione “Per Terzo” era contraria. «Fin da subito, parlando con i cittadini – le parole di Serena Tell –, ci eravamo
resi conti che la gente aveva già scelto di votare no. Il comitato per il no ha fatto un buon lavoro. Ora andremo avanti con le nostre forze. Sottolineo che sono stati spesi tanti solti per promuovere il sì e nessuno ci restituirà questo denaro».
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01 maggio 2018
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