A Palazzo Meizlik da domani i 62 capolavori prestati dal museo di Belgrado
di EMANUELA MASSERIA
In continuità con il ciclo espositivo sull’“Archeologia ferita”, la mostra “Tesori e imperatori. Lo splendore della Serbia romana” che si aprirà domani, sabato, a Palazzo Meizlik, alle 18, continua a intessere relazioni internazionali ricordando Aquileia come un faro culturale importante, attraverso il quale gli influssi dell’Italia settentrionale si propagarono nei Balcani.
Così è stato ricordato ieri a Roma nella sede del ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo dove è stata presentata l’esposizione che offrirà, fino al 3 giugno prossimo, un’occasione unica per ammirare capolavori prestati dal Museo nazionale di Belgrado prima della sua imminente riapertura, dopo diciotto anni di restauri.
«La mostra fa parte di un ambizioso progetto per rendere arte e luoghi di cultura ponti per rafforzare i legami della nostra politica estera: mi auguro che la profondità delle comuni radici storiche e culturali che questa esposizione mette in luce possano rinsaldare ulteriormente i rapporti tra la Serbia e l’Italia, e in particolare con la Regione Friuli Venezia Giulia, sulla scia della collaborazione di recente rinvigorita e degli ottimi rapporti che intercorrono con la numerosa e radicata comunità serbo-ortodossa di Trieste», ha dichiarato la presidente delle Regione Fvg, Debora Serracchiani.
«È quasi “naturale” – ha aggiunto – che la mostra venga accolta ad Aquileia. Riconquistando centralità culturale, oggi il Friuli Venezia Giulia può vantare una accresciuta attrattività turistica, alla quale hanno contribuito anche eventi come questo».
L’esposizione, organizzata dalla Fondazione Aquileia con il Museo di Belgrado e la Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con il Polo museale del Fvg, il Comune di Aquileia e l’Associazione nazionale per Aquileia, presenta sessantadue reperti. Non vengono solo da Belgrado, ma anche dall’antica Singidunum, dal Museo nazionale di Zajecar e di Nis e dai musei di Pozarevac, Novi Sad, Sremska Mitrovica e Negotin. Un calco del 1861 della Colonna Traiana è stato invece prestato dal Museo della civiltà romana.
I capolavori permetteranno di approfondire oltre seicento anni di impero romano, dalla sua espansione a Oriente all’età d’oro tardo antica, fino al suo crepuscolo in un’area che ha dato alla storia tra i 16 e i 18 imperatori.
Fra i tesori protagonisti del percorso museale, su cui si è soffermato il critico d’arte e storico Claudio Strinati, spiccano capolavori come l’elmo dorato e tempestato di gemme in pasta vitrea ritrovato a Berkasovo, il tesoro in argento di Tekija, le maschere da parata, il ritratto del padre di Traiano, la testa di bronzo di Costantino, l’odierna Gamzigrad, e un incantevole cammeo in sardonica con l’imperatore Costantino a cavallo.
Una particolare notazione la merita la testa dell’imperatore Galerio proveniente dalla grandiosa villa di Felix Romuliana. Realizzata in porfido rosso, la pietra più dura di tutte, ha molti simbolismi: manifesta potere e forza, e il suo colore purpureo richiama alla mente il sublime e la dignità.
Un’ultima interessante sezione è dedicata a dei e divinità. Peculiari anche i culti legati alla sfera militare, tra cui quello di Mitra.
«Sono tutti reperti che mettono in luce una potenza militare, quella dell’esercito romano, che coltivava uno splendore cerimoniale» e che lasciò, come ha evidenziato nel catalogo edito da Gangemi la direttrice del Museo di Belgrado Bojana Boric-Breskovic – «un marchio indelebile sul territorio dell’attuale Serbia». Segni e venature che oggi vanno a formare nuove relazioni. Il presidente della Fondazione Aquileia, Antonio Zanardi Landi, già ambasciatore d’Italia a Belgrado, ha ribadito che la mostra vuole sottolineare «l’importanza di un passato comune e di una memoria condivisa». L’inaugurazione avviene poi in un momento particolare, a tre settimane della firma del rinnovo decennale dell’accordo tra Mibact e Regione Fvg con cui viene affidata alla Fondazione la gestione dei due musei nazionali. «Vorremmo – ha auspicato il presidente – che Aquileia fosse nota non solo come custode di un grande patrimonio archeologico, ma anche come esempio di buona gestione».
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09 marzo 2018
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