Prossimi eventi

  • Non ci sono eventi (per ora...)

Prossimi eventi

<< Ago 2022 >>
lmmgvsd
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31 1 2 3 4

Archivio post

Altan: «Ora disegno noi elettori colpevoli di come siamo»

Il noto vignettista ha illustrato il libro di Cipolla sulla stupidità

di Mario Brandolin

Altan: «Ora disegno noi elettori colpevoli di come siamo»

Marinaio, aggrappato al parapetto della nave, al comandante: “Capitano siamo nelle tue mani”; comandante, fiero con braccio dietro la schiena e mano sul petto: “Fidatevi porterò in salvo questo tram a ogni costo”.

È la battuta al vetriolo di una delle sedici illustrazioni di Francesco Altan per la nuova edizione del celeberrimo “Le leggi fondamentali della stupidità umana”, sublime esercizio di ironia applicata all’indagine socioeconomica di Carlo Maria Cipolla, edito da Il Mulino e che sarà presentato a Udine alla liberia Einaudi l’11 dicembre alle 18.

Terza edizione italiana per un libro di estrema attualità, persistendo l’oggetto della sua indagine, anzi espandendosi vieppiú in maniera esponenziale.

E non poteva non incontrare miglior compagno di viaggio di un illustratore attento a colpire con il segno, il colore e la battuta fulminante la dilagante stupidità del nostro tempo, qual è Altan. Che incontriamo nella sua bellissima e storica dimora di Aquileia per parlare di questa ultima fatica.

«Nessuna fatica – si schermisce – per la ragione che ho fatto una selezione di vignette dal mio archivio e soprattutto perché mi piaceva molto entrare in sintonia con un autore cosí brillante, ironico e molto vicino alle mie corde».

Quale in particolare? «Mi pare che il punto focale dell’indagine di Cipolla sia quello in cui sostiene che lo stupido non solo fa il male a se stesso, ma anche agli altri pur di farlo».

La quinta legge sostiene che lo stupido fa male alla società e il pensiero, chissà perché, corre subito ai politici e alla politica: «Piú che tra gli stupidi – nel diagramma di Cipolla – i politici potrebbero rientrare tra i banditi, che fanno male agli altri e avvantaggiano se stessi, cosa che lo stupido, appunto, non fa».

È piú facile fare satira sulla politica o sul costume? «Quando la politica presenta una situazione molto precisa individuabile, forse i risultati sono migliori, però non capita molto spesso, allora preferisco occuparmi piuttosto che degli eletti degli elettori, che siamo tutti noi, tutti ugualmente responsabili di fronte allo stato delle cose».

Piú facile con Berlusconi o con Renzi? «Sul personaggio era molto piú facile con Berlusconi: porto sempre questo esempio, che per me Berlusconi era come lo stadio di Bologna dove sono cresciuto e dove la tribuna aveva i piloni. E lui qualsiasi cosa succedesse ce l’avevi sempre davanti e per forza dovevi occuparti di lui. Renzi non è che lo amo molto, ma non si ha l’impressione che quello che fa, lo faccia per rendiconto personale, come invece era palese in Berlusconi, sin dall’inizio. E questo fa una bella differenza».

Non crede che il rischio, oggi, sia che la critica e la satira finiscano per essere troppo addomesticate o passino per disfattiste? «Quando, come nel mio caso, uno deve occuparsi di qualcuno come il premier, che è piú o meno della sua stessa parte, i problemi sono piú complicati, però si può fare. Siamo ancora liberi. Anche se c’è da dire che siamo italiani e il servilismo e l’accondiscendenza verso i potenti sono una certa nostra predisposizione».

Vengono prima le battute o i disegni? «All’inizio capitava che facevo un disegno lo guardavo e mi chiedevo cosa dice questo qua? Ora parto dalla battuta, poi faccio un lavoro di casting: quella battuta chi la dovrebbe dire?».

Cipputi non c’è piú? «È abbastanza in ombra, viene fuori quando c’è qualche questione molto di base, come andare in piazza per la Costituzione. Lí Ciputi arriva». Nemmeno per il Job’s act? «Lui non mi pare, ma un disoccupato che quando allo sportello gli dicono che lavoro non c’è, sbotta con: “Mi dia un job, allora!”».

E l’ombrello, l’indiscreto che infilzava le fregature di noi mortali rispetto alla politica? «Al momento, niente ombrello!», mi congeda con una risata.

. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

06 dicembre 2015

http://messaggeroveneto.gelocal.it/