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Voto del 4 marzo, centrodestra in vantaggio di 10 punti TUTTE LE TABELLE

La rilevazione Demopolis in esclusiva per Il Piccolo e Messaggero Veneto: in Fvg stima del 39% contro il 29% del centrosinistra M5S al 24,5%. Illy recupera. Astensione in aumento, un elettore su 5 indeciso

di Diego D’Amelio

L’indagine è stata condotta...

L’indagine è stata condotta dall’Istituto nazionale di ricerche Demopolis, diretto da Pietro Vento, dall’11 al 14 febbraio 2018.

TRIESTE. Dieci punti di distacco a poco più di due settimane dal voto. In Friuli Venezia Giulia la coalizione di centrodestra ha un vantaggio netto sul centrosinistra a guida Pd, secondo la fotografia scattata dall’Istituto Demopolis, in esclusiva per Il Piccolo e il Messaggero Veneto. Stando alla rilevazione, l’alleanza tra Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Noi con l’Italia è in crescita da settimane e in regione otterrebbe il 39% dei voti. Partito democratico e alleati minori si arresterebbero invece al 29%.

La competizione fra i partiti

Stando al sondaggio, se gli elettori del Fvg votassero oggi per la Camera, la palma di primo partito sarebbe contesa fra M5s (24,5%) e Pd (24%), seguiti a distanza da Fi (17%) e Lega (14%). I risultati offrono spunti anche in ottica regionali, perché il vantaggio sul Carroccio porrebbe gli azzurri in vantaggio nella trattativa che il centrodestra sta conducendo per la guida dell’alleanza alle amministrative. Tra gli altri partiti figurano infine Liberi e uguali (6%), Fdi (5%) e Nci (3%), mentre i cespugli del centrosinistra valgono un complessivo 5%.

Il paragone con l’Italia

Il Fvg dimostra scostamenti rispetto al dato italiano solo per quanto riguarda i due primi partiti in lizza. A livello nazionale, il M5s è infatti stimato al 27,5% contro il 24% regionale, mentre il Pd guadagna in Fvg un punto sul nazionale. Difficile stimare tuttavia il risultato che il M5s potrà raccogliere alle successive regionali, tenendo presente il fisiologico calo pentastellato alle amministrative. Maggiori differenze emergono rispetto al Nordest, dove un sondaggio di Demos colloca Lega e Pd al 20%, mentre Forza Italia è data al 15%.

La crescita dell’astensione

Demopolis ritiene che si recherà alle urne il 68% degli elettori del Fvg: il 9% in meno di quanti esercitarono il proprio diritto-dovere nel 2013. Cresce insomma la disaffezione, secondo trend che interesserebbero gli elettori di tutte le aree politiche.

Gli indecisi: scenario aperto

Il quadro rappresentato è comunque destinato a evolversi ulteriormente in questo ultimo scorcio di campagna. «Quello che emerge – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – è un consenso ancora molto fluido, tanto più che gli italiani hanno ormai la tendenza a decidere sull’onda degli umori degli ultimi giorni». La rilevazione ha concentrato allora l’attenzione non tanto sull’astensione, ma su coloro i quali dichiarano di volersi recare alle urne, ammettendo però di essere ancora indecisi sulla scelta da compiere: una situazione che riguarda un elettore su cinque, pari al 19% di chi andrà a votare. La rilevazione evidenzia invece che il 70% ha già un orientamento immutabile, mentre l’11% esprime un’intenzione di voto ma potrebbe cambiare idea prima del 4 marzo. Proprio la gran massa di indecisi fa sì che tutti i principali partiti possano contare su un bacino potenziale più esteso rispetto alle attuali intenzioni di voto: un’incognita che potrebbe riservare qualche sorpresa, se si pensa che il sondaggio assegna alla Lega la possibilità di crescere di ben 7 punti ulteriori.

Le sfide nei collegi

È sul bacino di astenuti e confusi che partiti e candidati dovranno lavorare in questi ultimi giorni per ampliare il proprio consenso: aspetto fondamentale per il centrosinistra nei collegi considerati in bilico o almeno contendibili, come gli uninominali alla Camera di Trieste e Gorizia o il collegio senatoriale che si estende dalla Venezia Giulia al Tarvisiano.

Demopolis ha misurato la partita fra Riccardo Illy e Laura Stabile, perché questa rappresenta un plastico esempio di come un candidato all’inseguimento ed esplicitamente indipendente debba far leva su chi non ha ancora deciso a che partito votarsi e valuta la possibilità di basare la scelta sulla persona piuttosto che sul simbolo. Illy si trova a rincorrere la candidata del centrodestra, che è data al 32-38% e che conta su un vantaggio di almeno 3 punti rispetto al 29-35% dell’ex governatore, che dimostra di avere un consenso personale più forte della somma dei partiti che lo sostengono. Tutt’altra musica nel collegio di Udine-Pordenone, dove il vantaggio di Luca Ciriani su Isabella De Monte vale almeno il 12%. Fuori gioco sembrano in entrambi i casi i candidati M5s: Pietro Neglie è dato al 22-28% e Maria Chiara Santoro al 21-27%.

Simbolo o candidato?

Tutto da valutare sarà più in generale il comportamento dell’elettorato, in consultazioni che non consentono il voto disgiunto e dove si può apporre una singola croce, con cui si sostengono in un sol colpo tanto il candidato al maggioritario quanto le liste collegate al proporzionale. Secondo Vento, «il peso dei candidati nei collegi uninominali per la Camera e il Senato potrà modificare in modo rilevante il consenso alle liste nel proporzionale». Allo stesso tempo, il direttore di Demopolis nota tuttavia che «in assenza della possibilità di voto disgiunto, quasi i due terzi dei cittadini affermano che voteranno soprattutto il partito. Il 23% pensa invece di effettuare la scelta guardando ai candidati, anche se di una coalizione o partito differenti da quelli che avrebbero naturalmente votato». Solo esponenti politici con particolare prestigio personale potrebbero insomma spostare il comportamento degli elettori.

Le sfide alla Camera

Resta da verificare la situazione nei collegi uninominali della Camera, non testati dalla rilevazione. Secondo Vento, comunque, «nell’area friulana e pordenonese si può immaginare un vantaggio significativo del centrodestra, mentre per Trieste e Gorizia le distanze sono più contenute e bisogna capire quanto i nomi possano apportare un valore aggiunto». Come nel caso di Illy, si dovrà allora valutare la capacità di Debora Serracchiani di far pesare le realizzazioni per Trieste nella sfida con Renzo Tondo, mentre più agevole sembra al momento il compito per il dem Giorgio Brandolin contro il forzista Guido Germano Pettarin. In Friuli il centrodestra naviga invece col vento in poppa.

Le priorità per il governo

Demopolis ha chiesto infine ai cittadini del Fvg di indicare le loro priorità per il governo del paese: il 68% chiede misure per il rilancio dell’economia, il 65% la riduzione della pressione fiscale, il 62% maggiore attenzione nella gestione delle politiche per l’immigrazione, mentre 6 su 10 auspicano interventi per l’occupazione giovanile.

15 febbraio 2018

http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste