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Regione, tagli per altri 74 milioni. Peroni: urge un tavolo con Renzi

Con la manovra “80 euro” entrate ridotte per 37 milioni e investimenti bloccati per un importo uguale. Il sacrificio si aggiunge al patto firmato con Tremonti. L’assessore: «Lo Stato ci tratti con equità»

di Domenico Pecile

UDINE. «Riaprire immediatamente un tavolo di confronto con il Governo per ridefinire i rapporti finanziari su una base di maggiore equità. Siamo tra le pochissime regioni a dover subire un doppio onere. Stiamo cercando sia come Fvg, sia come Regioni di ottenere la riapertura di quel confronto il cui fotogramma fa pare del patto Tondo-Tremonti che fu davvero l’ultima occasione negoziale e che negli ultimi anni ha aggiunto contenuti peggiorativi ai danni subiti dalla nostra regione».

È questo il pensiero dell’assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, che ieri ha partecipato nella capitale ai lavori della Conferenza delle Regioni convocata in via straordinaria per l’esame del decreto legge recante “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale”, approvata dal Consiglio dei ministri lo scorso 18 aprile.

Il decreto legge in questione di fatto aggiorna, aggravandole, le cifre della legge di Stabilità per il 2014, varata dal Governo allora guidato da Enrico Letta. In particolare, le trattenute sulle compartecipazioni erariali aumentano di 37 milioni di euro, passando da 44 a 81 milioni. Parallelamente, diminuiscono di altri 37 milioni gli spazi finanziari legati al Patto di Stabilità, passando dai 56, già tolti, agli attuali 93 milioni. Ovvero investimenti che non potranno essere attuati.

«È sicuramente un po’ arbitrario – commenta ancora l’assessore – unire queste due somme frutto di piani distinti. Si tratta da una parte di minori entrate e dall’altra di minori spazi di spesa. Rimane il fatto che il nodo da sciogliere è il raggiungimento di una maggiore equità da parte del Fvg. Giova ancora ribadire che a differenza delle altre Regioni, la nostra ha un onere ulteriore, conseguente appunto all’accordo Tremonti-Tondo che arriverà a pesare fino a 350 milioni l’anno. A quel punto se come Regione non saremo riusciti a rinegoziare con lo Stato tutta la questione, quei 350 milioni saremo costretti a iscriverli a bilancio».

Il Fvg vuole dunque evitare un sacrificio doppio. E si dichiara pronto ad avviare un pressing serrato sul Governo. «In realtà – dice ancora Peroni – il pressing è già alto e siamo determinati ad andare fino in fondo perché questa per noi è una grande priorità».

Da qui la richiesta, formalizzata sempre ieri nel corso del summit dei presidenti, che la Conferenza delle Regioni affianchi il Friuli Venezia Giulia in questa sua battaglia per il riconoscimento di un principio di equità. A fronte dei nuovi oneri finanziari, secondo l’assessore Peroni, il decreto presenta comunque aspetti di novità positivi, merito anche dell’azione, coesa ed efficace, condotta dalla Conferenza.

A iniziare dall’assenza di ogni misura di taglio alla sanità, che nelle prime versioni del provvedimento sembrava essere superiore ai due miliardi di euro, per includere ancora il superamento del metodo lineare nei tagli, a favore di un meccanismo che lascia alle Regioni l’autonomia nell’individuare i settori dai quali conseguire i risparmi imposti dal decreto.

Come noto, tra l’altro, la giunta regionale è impegnata nella difficile battaglia di ridisegnare i futuri assetti strutturali e organzzativi della sanità del Friuli Venezia Giulia.

Un ulteriore apprezzamento riguarda il fatto che il dialogo tra sistema Regioni e Governo appare molto costruttivo sul versante della riforma costituzionale in atto sul Titolo V. Secondo Peroni, infatti, il Governo sta mostrando apertura verso le proposte che vengono dalle Regioni.

Tra queste, in particolare, la proposta avanzata dalla presidente Debora Serracchiani, assieme ai colleghi delle altre Regioni e Province autonome, a tutela delle Autonomie speciali: proposta che subordina all’accordo tra Autonomie e Stato ogni modifica costituzionale in materia di competenze delle autonomie speciali stesse.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

25 aprile 2014
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