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    Provincia di Udine, i consiglieri chiedono l’aumento della paga

    Cicogna (Pd) e Premoselli (Fi) avviano le procedure per ritoccare l’indennità mensile del 35 per cento

    di Michela Zanutto

    UDINE. Aumenti in vista per le indennità della Provincia. Da un minimo del 25% per il presidente, al 35% dei consiglieri, fino al 50% di assessori e vicepresidente. Tutta colpa della delibera regionale del 2011 che “impone” le maggiorazioni. Perché la “Disciplina relativa alle indennità e ai gettoni di presenza” per più di due anni è rimasta inattuata.

    Ma le richieste bipartisan dei consiglieri pd Luciano Cicogna e del forzista Andrea Premoselli hanno avviato la macchina. Da sottolineare che rispetto alla normativa regionale il consiglio provinciale ha scelto di ritoccare al ribasso le indennità, lasciando intatti i gettoni di presenza.

    Ecco che il presidente Pietro Fontanini intasca 4.680 euro (che potrebbero diventare 5.850), 3.410 il vice Franco Mattiussi (5.115). Ciascun assessore incassa 3.031 euro (4.546), con una eccezione: Marco Quai si ferma a 2.021 (3.031). Il presidente del consiglio provinciale Fabrizio Pitton percepisce 1.182 euro lordi il mese (1.595) e a tutti i consiglieri spetta un’indennità di 909 euro (1.227).

    dsd

    Anche qui però c’è da fare un distinguo. Perché Stefano Balloch, Mauro Bordin, Nino Bruno, Renato Carlantoni, Eros Cisilino, Pietro Dri, Zorro Grattoni, Stefano Marmai, Gabriele Pitassi e Federico Simeoni hanno optato per il gettone di presenza da 126 euro. Per molti sono in arrivo aumenti.

    Perché la norma parla chiaro: «Per gli amministratori, a eccezione dei lavoratori dipendenti non collocati in aspettativa, le indennità di funzione sono aumentate del 25% per sindaci e presidenti di Provincia, 50% per vice presidenti e assessori provinciali, vice sindaci e assessori comunali e del 35% per tutti gli amministratori», è scritto nella delibera 1193 sottoscritta dall’intera giunta Tondo. Un bonus per liberi professionisti e pensionati. Perché la Provincia pensa già ai dipendenti, rimborsando la giornata dedicata all’ente direttamente al datore di lavoro.

    «Ho presentato la domanda perché ho rinunciato all’indennità da vicesindaco del Comune di Aquileia – spiega il pensionato Cicogna –. In quel caso ho rinunciato completamente a un’indennità di circa 800 euro netti, quando invece potevo prendere il gettone in Provincia e mantenere l’indennità da vicesindaco. Ho fatto la richiesta perché mi spettava. Pensavo fosse un adeguamento automatico e invece no».

    Il libero professionista Premoselli, invece, ha protocollato la richiesta per «capire se è un mio diritto perché la normativa in materia non è chiara. Poi valuterò – dice –. Il ragionamento è che chi è dipendente riceve i permessi, cioè se partecipa al consiglio, allora la Provincia paga l’ente per l’assenza. Se invece sono un libero professionista quella giornata di lavoro è persa. L’aspetto curioso è che la legge prevede il bonus per i pensionati e in quei casi non è chiara la ratio».

    «È una normativa che riguarda soltanto l’aspetto amministrativo, nessuna parte politica impone gli aumenti – si affretta a precisare Pitton –. Io per esempio ne avrei diritto, ma ho scelto di non chiederlo». L’argomento è stato approfondito durante l’ultima riunione Capigruppo.

    «Leggendo la norma non mi pare ci sia alcuna discrezionalità – sottolinea Federico Simeoni del Front Furlan –. L’unica via che possiamo tentare è cancellare la trasformazione del gettone in indennità di funzione dallo Statuto e dal Regolamento del Consiglio, cosa che riterrei molto sensata e adeguata alla sobrietà richiestaci dal particolare frangente economico».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    29 aprile 2014
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