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    Gratteri: «Rischio mafia nel Friuli della crisi»

    Ospite a Majano il magistrato che lotta contro la criminalità organizzata «I giovani senza lavoro tengano duro»

    di Simonetta D’Este

    «Non bisogna porsi il problema dell’esistenza della mafia quando questa c’è già, ma cercare di leggere i segnali del suo arrivo». È questo l’avvertimento del procuratore aggiunto alla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri, ospite in Friuli del Circolo culturale “Majano c’è 1.5.9”. Un incontro cui hanno partecipato, tra gli altri, anche la presidente della Regione, Debora Serracchiani, il prefetto Raimondo, il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Del Piano, e il tenente colonnello Salvo della Guardia di Finanza. Con Gratteri (nella foto) lo scrittore Antonio Nicaso – a quattro mani firmano il nuovo Acqua santissima (Mondadori) – e il giornalista Giuseppe Baldessarro, esperti in campo di mafia e soprattutto di ‘ndrangheta.

    «Anche in Emilia-Romagna, in Piemonte e in Lombardia pensavano che la mafia fosse cosa lontana, invece era ed è ben presente. Questo è un errore che il Friuli non deve commettere, perché quando intervengo io, o i miei colleghi, allora è già troppo tardi – puntualizza il magistrato –. La mafia agisce nel mondo dell’economia, approfittando della crisi. Salgono presunti imprenditori con molti soldi in contanti e vanno dai proprietari di aziende in difficoltà, sull’orlo del fallimento o in mano agli usurai. Acquistano e si instaurano nel territorio. Questo va evitato, quindi io dico sempre agli imprenditori: diffidate di chi vi si presenta davanti con molto denaro e soprattutto ricordate che è più dignitoso fallire che perdere tutto, anche la dignità e gli affetti, cadendo in mano alla ‘ndrangheta». Il Friuli, infatti, è terra a rischio sia per le aziende in chiusura sia per la vicinanza con confini e porti (Monfalcone e Trieste). «Le mafie – aggiunge Gratteri, il magistrato al momento più scortato d’Italia proprio perché uno dei più acerrimi nemici delle associazioni criminali – hanno bisogno di giustificare la quantità enorme di denaro che possiedono. La ‘ndrangheta in particolare non deve arricchirsi, ma riciclare i soldi. Per questo il suo obiettivo è quello di comprare aziende, negozi, bar e al tempo stesso vendere cocaina». «Non dimentichiamo – spiega – che la ‘ndrangheta ha il monopolio della coca in tutta Europa. È l’unica organizzazione che può permettersi di comprare la droga in Sudamerica in conto vendita. Dobbiamo dimenticarci l’immagine del capo mafia con la coppola, non esiste più. Oggi il mafioso è un incensurato in giacca a cravatta che gestisce per esempio un ospedale come fosse cosa sua».

    Infine Gratteri rivolge un messaggio ai giovani: «Tenete duro, perché questa situazione di crisi finirà, non abbattetevi. Non crediate di potervi arricchire con lo spaccio di droga e presunti facili guadagni: non si diventa ricchi facendo i portatori d’acqua. Chi si arricchisce è la mafia».

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    10 aprile 2014
    http://messaggeroveneto.gelocal.it/