Corrispondono agli stessi del Mattarellum del Senato, quelli disegnati nel 1993. La suddivisione traccia due sole aree per la corsa a Palazzo Madama
di Giuseppe Alberto Falci
ROMA. Lo schema cambia. E in una domenica gremita di parlamentari per gli standard di Montecitorio, la commissione Affari costituzionale ridisegna i collegi uninominal
E approva un emendamento, figlio di un accordo fra Pd e M5s, che modula il nuovo sistema di voto nella direzione del tedeschellum originale. Con una modifica si riducono i collegi uninominali da 303 a 225 (112 quelli del Senato) e si azzera il rischio che chi arrivi primo nei collegi venga scavalcato da chi è in lizza nelle liste del proporzionale. La mossa del Pd, bollinata anche da M5S, ha impegnato gli uffici legislativi dei dem e dei pentastellati che in fretta e furia hanno dovuto riformulare la partita dei collegi. Nei conciliaboli della sala Mappamondo, dove si è riunita la prima commissione di Montecitorio, la modifica è stata ribattezzata «l’uovo di colombo» perché assicura a tutti i vincitori nelle sfide uninominali di varcare l’ingresso di Montecitorio o di palazzo Madama.
In particolare, cosa succederà in Friuli Venezia Giulia? Alla Camera i collegi corrisponderanno agli stessi del Mattarellum del Senato, ovvero a quelli disegnati nel 1993 quando venne approvata la legge pensata e ideata dall’attuale Capo dello Stato. Lo schema, che rimanda a un decreto legislativo del 20 dicembre 1993, divide la regione in 5 collegi. Il primo racchiude in parte la provincia di Trieste e si estende fino alla Muggia e a San Dorligo della Valle. Il secondo è un taglio verticale della regione. Si parte dalla val di Resia e si arriva giù giù fino a toccare Grado e Aquileia. Un collegio esteso che attraversa Premariacco, Manzano e Ruda e ingloba tutta l’ex provincia di Gorizia. Più, più piccolo, il collegio numero 3. Che da Tavagnacco, passa per l’udenese, e tocca Marano Agulare, passando per Talmassons, Rivignano, Teor e Pocenia. Il quarto collegio occupa la zona nord del Fvg e da Forni Avoltri giunge a sud fino a Sedegliano e Codroiopo. Il quinto e ultimo collegio investe l’ex provincia di Pordenone, ma si estende in lungo e in largo da Caneva fino a Valvasone. Mentre a nord tocca Cimolais, Claut ed Erto Casso.
Per palazzo Madama saranno due i collegi in cui potranno correre le forze politiche. Il primo unisce le province di Trieste e Gorizia. Il secondo collegio racchiude le province di Udine e Pordenone. A meno di colpi di scena la partita si giocherà su questo schema. Nessuno però si sbilancia. Perché, insegna la storia, possono essere un boomerang. L’ultima volta – correva l’anno 2001 – nel collegio 1 di Trieste del Senato, Willer Bordon, ministro uscente dell’Ambiente del governo Amato, perse contro l’azzurro Camber.
05 giugno 2017
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