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L’addio di Debora Serracchiani, non correrà per le regionali: “Ho lavorato con impegno”

L’annuncio della governatrice del Friuli Venezia Giulia durante l’assemblea del partito. Serracchiani ha risposto punto per punto alle critiche mosse dall’opposizione durante il suo mandato: “Hanno detto che la riforma della sanità non era necessaria ma solo facendola ci siamo resi conto che delle lacune”. Le Uti? “Quelli che prima erano scettici ora chiedono di portarle da 18 a 5”

UDINE. Debora Serracchiani non intende ricandidarsi alla presidenza della Regione e si mette a disposizione per le prossime politiche. Lo ha annunciato la governatrice della Regione Friuli Venezia Giulia e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico, intervenendo all’assemblea regionale del partito, a Udine.

Serracchiani ha anche sottolineato che «il Friuli Venezia Giulia si è giovato del doppio ruolo, altrimenti non avrebbe avuto lo stesso peso a livello nazionale».

L’annuncio è stato accolto da un lungo applauso al quale è seguita una standing ovation. Tutti i partecipanti all’assemblea si sono alzati in piedi in segno di saluto per la presidente della Regione, che resterà in carica fino alle prossime elezioni locali. Poi c’è stato l’abbraccio con il presidente dell’assemblea, Salvatore Spitaleri, e con la segretaria regionale del partito, Antonella Grim. Sul volto della governatrice è apparsa qualche lacrima di commozione.

L’ADDIO DI DEBORA SERRACCHIANI

«Ho amministrato in nome degli ideali che nel 2009 mi hanno spinto a prendere la parola, che oggi ancora mi muovono e per i quali voglio combattere, in coerenza con la mia storia personale e politica», ha spiegato Debora Serracchiani, annunciando: «Il mandato che ho svolto con passione, coraggio, determinazione, è giunto al termine», «non è una scelta facile, per i mille tenaci legami che mi stringono a questa terra e a tutta la nostra gente, per il debito di riconoscenza che non smetterò mai di pagare per aver avuto l’onore di essere presidente di una regione meravigliosa».

Ma ora, ha detto «deve aprirsi una fase nuova, cui sicuramente vorrò dare un contributo da dove ho iniziato la mia esperienza, cioè la dimensione nazionale».

«Abbiamo visto in questi 5 anni – ha continuato – come interlocutori attenti a livello di Governo e Parlamento ci hanno consentito di ottenere obiettivi insperati. Questa sinergia va presidiata e rinnovata nella prossima legislatura. Io non lascio la Regione ma anzi, voglio continuare a essere al suo servizio. Da domani, pienamente fino alla fine del mio mandato di presidente, e poi, con la condivisione del partito e il consenso degli elettori, in altri ruoli di responsabilità – ha concluso la presidente – candidandomi in Friuli Venezia Giulia».

PRIMARIE E ALLEANZE

La scelta del candidato, secondo quanto riferisce la governatrice uscente, passerà attraverso le primarie. In assemblea, infatti, verrà approvato il regolamento per le primarie. Altro tema importante di cui Serracchiani ha parlato è quello delle alleanze: “Aprire a sinistra è importantissimo, abbiamo governato questa regione con una maggioranza larga – ha spiegato Serracchiani – Credo che troveremo spunti programmatici comuni con la sinistra e con tutti coloro che reputano positivo il lavoro fatto in questi anni”.

La governatrice ha risposto punto per punto alle critiche mosse alle scelte operate durante il suo mandato. “Si diceva che la nostra sanità andava benissimo, che la riforma non serviva eppure facendola ci siamo resi conto che c’erano tante lacune – ha spiegato la presidente, –  Chi era contrario alle Uti adesso ci propone di aggregare ancora di più e portarle da 18 a 5”.

“Dall’opposizione mi aspetto qualunque commento: ma io credo di aver lavorato tanto con impegno e dedizione. E questo è sotto gli occhi di tutti”, ha continuato Serracchiani.

LE REAZIONI

«Siamo stati facili profeti: Serracchiani ha usato la Regione come trampolino di lancio verso Roma. Veramente qualcuno ha il coraggio di fingere di essere sorpreso?». Così Renzo Tondo, presidente Autonomia Responsabile in Consiglio regionale, commenta la «notizia più scontata, ovvia e inevitabile della legislatura.

«Cosa ci lascia in eredità la presidente Serracchiani? Una sanità precipitata nel caos e un mostro normativo sugli enti locali, che ha disorientato gli amministratori e paralizzato attività e progettualità».

Secondo Tondo, «dopo cinque anni di ricatti e minacce, Serracchiani saluta tutti e se ne va. Non la rimpiangeremo, naturalmente. Piuttosto, è urgente rasserenare il clima generale e riportare il Friuli Venezia Giulia sul binario della crescita e dello sviluppo. Soprattutto, è ora di ridare la guida della Regione a chi conosce questa terra, crede nelle sue possibilità e vuole lavorare per il bene dei residenti del Friuli Venezia Giulia».

«Nessuna grande sinfonia, solo una fuga». È il commento del senatore Lodovico Sonego (Mdp). «Sceglie Roma e scappa innanzi al giudizio degli elettori che sarebbe impietoso – prosegue Sonego – Quando si candidò alla Regione promise una grande sinfonia. I più avvertiti sapevano già che sarebbe stata solo una bagatella. Nessuno poteva immaginare una fuga».

«Si corona finalmente il sogno di Debora Serracchiani: tornare a Roma e avere un posto in Parlamento». Lo dichiara Sandra Savino, parlamentare e coordinatrice regionale di Forza Italia FVG.

«L’avesse fatto subito, cinque anni fa – sostiene – sarebbe stato meglio per tutti: per lei, che non sarebbe stata costretta a rimanere su un territorio che non ha mai sentito suo e che ha sempre visto come cavia per sperimentare le proprie pessime riforme; per i sindaci e i cittadini, che non si sarebbero visti retrocessi a ultima ruota del carro; per la sanità, che non sarebbe oggi al penultimo posto nel Paese per efficienza; per l’immagina della Regione nel suo complesso, costretta oggi a vedere il proprio modello, costruito in decenni di lavoro e determinazione, letteralmente raso al suolo»

12 novembre 2017

http://messaggeroveneto.gelocal.it/udine